Coronavirus, Iss: “Curva in decrescita, ma il virus non sta scomparendo”
- Carlotta Di Santo
- 17/04/2020
- Sanità
- c.disanto@agenziadire.com
Dal primo febbraio tra i 6 e i 7mila decessi nelle Rsa, concentrati in particolare al Nord Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – “La curva ci racconta di 160mila persone risultate positive al tampone, ci racconta di persone con sintomi che stanno riducendosi e ci racconta anche di una curva di positivita’ che e’ in fase decrescente a livello nazionale“. Così il presidente dell’Istituto superiore di Sanita’, Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa odierna sull’analisi dell’andamento epidemiologico e di aggiornamento tecnico-scientifico del Covid-19.
“La curva anche nel caso della Regione Lombardia mostra un decremento“, prosegue Brusaferro. “Il Veneto mantiene la stessa tendenza anche l’Emilia Romagna mostra una tendenza abbastanza simile”.
La curva, aggiunge il presidente dell’Iss, racconta “sempre la storia di un Paese che ha zone diverse, con intensita’ di circolazione del virus diverse, che si mantengono tali. Ma ci racconta anche che l’adozione delle misure restrittive, che vanno sotto il nome di lockdown in tutto il Paese, ci ha consentito di limitare certamente la circolazione in molte aree del Paese“.
Brusaferro spiega che “c’e’ una forte reattivita’ in tutto il Paese nell’andare ad intercettare precocemente dei focolai, adottando delle misure tempestive per bloccare la circolazione del virus all’interno della comunita’”.
“Monitoriamo come sta avvenendo l’evoluzione dei contagi- prosegue Brusaferro- grazie anche al fatto di poter disporre di una quantita’ di campioni un po’ piu’ ampia: ieri sono stati riportati dalla Protezione civile oltre 60mila tamponi eseguiti“.
“Oltre il 60% dei deceduti ha tre o piu’ patologie, se consideriamo due o piu’ patologie arriviamo all’82%. In merito alle principali complicanze- prosegue- fondamentalmente l’evento piu’ comune e’ la polmonite (nel 96,7% dei casi), mentre con frequenza minore c’e’ un danno renale acuto (nel 22,9% dei casi)”.
“Sappiamo che gli operatori sanitari sono un elemento decisivo e hanno pagato anche un prezzo molto alto in questa fase dell’epidemia. Stiamo indagando insieme alle Regioni per capire qual e’ la tipologia di professionisti che maggiormente e’ stata coinvolta”, conclude Brusaferro.
REZZA (ISS): TREND IN DECRESCITA, MA VIRUS NON STA SCOMPARENDO
“Vediamo che c’e’ un trend alla decrescita nel numero dei casi, se presentati per data di comparsa dei sintomi, ma il virus non sta scomparendo“. Così il direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto superiore di Sanita’, Gianni Rezza, durante la conferenza stampa odierna sull’analisi dell’andamento epidemiologico e di aggiornamento tecnico-scientifico del Covid-19.
“Spesso si parla di nuovi contagi- ha poi chiarito- ma si tratta in realta’ di vecchie notifiche. Adesso e’ importante considerare la comparsa dei sintomi“.
ONDER (ISS): DAL PRIMO FEBBRAIO TRA 6-7MILA DECESSI NELLE RSA
“A partire dal primo febbraio sono stati tra i 6 e i 7mila i decessi avvenuti nelle Rsa, le strutture di ricovero per anziani”. Così il direttore del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di Sanita’, Graziano Onder, durante la conferenza stampa odierna sull’analisi dell’andamento epidemiologico e di aggiornamento tecnico-scientifico del Covid-19.
“I sintomi sono stati individuati in oltre il 40% dei deceduti, ma e’ difficile distinguere fra influenza e Covid-19″. I decessi, spiega Onder, rappresentano circa “il 7% del numero complessivo degli anziani residenti nelle Rsa, calcolato in oltre 80mila”, e la maggior parte delle Rsa “si trova nel nord Italia”.
Fra le criticita’ finora rilevate nelle Rsa, infine, “la carenza di dispositivi di protezione, la carenza nelle somministrazioni di tamponi e la carenza di personale”, conclude Onder.
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