Coronavirus, Iss: “Impensabile ritorno alla normalità prima del vaccino”

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Il presidente dell'Istituto superiore di sanità fa il punto: "La curva continua a scendere. Le persone asintomatiche in Italia potrebbero essere fra il 4% e il 7% della popolazione" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “Il recupero di una normalità non è pensabile prima del vaccino”. Così il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel corso della conferenza stampa odierna sull’andamento epidemiologico del Covid-19.

“RT SOTTO 1 IN TUTTA ITALIA, OTTIMO DATO”

“L’Rt (che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, ndr) in tutte le Regioni è sotto l’1. È un dato molto positivo ed è conseguenza da un lato delle misure adottate e dall’altro dell’adesione dei cittadini a tali misure”, ha detto ancora Brusaferro.

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“ASINTOMATICI POTREBBERO ESSERE TRA 4-7% POPOLAZIONE”

“Le persone asintomatiche in Italia potrebbero essere fra il 4% e il 7% della popolazione”, ha detto Brusaferro. Ma il 10% delle trasmissioni, ha aggiunto Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità, si stima “da persone che non hanno sintomi. Questo va a favore dell’uso dei test sierologici”.

“CURVA CONTINUA A DECRESCERE”

“La curva continua sostanzialmente a decrescere, sia come numero di casi sia come numero di sintomatici, un po’ in tutte le regioni”, spiega ancora Brusaferro. “Rispetto ad aprile- ha proseguito- il numero delle regioni dove i casi sono limitati sta aumentando progressivamente e questo ovviamente ci dà un segnale positivo sull’impatto delle misure che sono state adottate”.

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“CURVA ANALOGA IN ITALIANI E STRANIERI”

“La curva dell’epidemia è analoga negli italiani e negli individui di nazionalità straniera. Negli individui di nazionalità straniera sono stati rilevati 6.395 casi, ma i casi sono partiti con uno sfalsamento di 2-3 settimane”, ha riferito Brusaferro.

“OLTRE 25MILA DECESSI, NUMERO MOLTO SIGNIFICATIVO”

“La tabella della letalità ci racconta di un numero di decessi molto significativo, parliamo di oltre 25mila decessi attribuibili a questa infezione, che colpisce purtroppo sempre le età più elevate”, ha detto Brusaferro parlando delle vittime. Quanto alle comorbosità, ha aggiunto Brusaferro, cresce “progressivamente la quota di chi aveva tre o più patologie: il 63% delle persone morte ne aveva appunto tre o più. E se sommiamo queste persone a chi invece aveva due patologie arriviamo quasi all’84%. Quindi gran parte delle persone purtroppo decedono anche perché hanno delle comorbosità che caratterizzano la loro vita”.

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“RIDOTTE ‘ZONE ROSSE’, OGGI 74 COMUNI”

“Rispetto alla scorsa settimana le ‘zone rosse’ si sono ridotte. Oggi sono 74 i comuni in 7 regioni”, ha detto ancora Brusaferro.

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