Coronavirus, le mascherine? Saranno prodotte in carcere: “Anche i detenuti daranno il loro contributo”
- Redazione
- 04/04/2020
- Politica
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Il ministro Alfonso Bonafede: "È un grande progetto industriale che nasce in un momento di particolare emergenza nazionale" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – 400mila mascherine protettive al giorno, 320 detenuti al lavoro, 8 macchinari tecnologicamente avanzati, 3 stabilimenti produttivi situati all’interno di altrettante sedi penitenziarie. È il progetto per la produzione industriale di mascherine protettive realizzato in partnership fra Commissario straordinario di governo per l’emergenza Covid-19 e Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
La produzione servira’ a soddisfare prioritariamente il fabbisogno di dispositivi protettivi in dotazione al personale che opera negli istituti penitenziari su tutto il territorio nazionale, ai detenuti in base alle indicazioni delle autorita’ sanitarie e consentira’ di mettere a disposizione della Protezione Civile l’abbondante parte residua per essere distribuita alle altre amministrazioni impegnate a fronteggiare l’emergenza sanitaria, prime fra tutte le strutture ospedaliere.
“È un grande progetto industriale che nasce in un momento di particolare emergenza nazionale – ha sottolineato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede – nel quale tutti stanno producendo il massimo sforzo per fronteggiare la diffusione del contagio da Covid-19. Grazie alla professionalita’ di tutti gli operatori dell’Amministrazione Penitenziaria, con la collaborazione del Commissario Straordinario Arcuri, anche i detenuti daranno il loro contributo in questa emergenza“.
Le prime sei macchine, che saranno acquistate dalla struttura del Commissario Straordinario e concesse a titolo gratuito all’Amministrazione Penitenziaria, arriveranno a meta’ aprile e saranno dislocate nei tre stabilimenti industriali individuati presso gli istituti di Milano Bollate e Salerno e nel Polo di Roma Rebibbia presso il Servizio di Approvvigionamento e Distribuzione Armamento e Vestiario (SEDAV). Gli ultimi due ordini saranno eseguiti a breve. Su ciascuna macchina, in grado di assicurare la produzione di 50mila pezzi al giorno, lavoreranno 40 detenuti distribuiti in quattro turni da sei ore ciascuno.
Saranno selezionati in base alle competenze personali e alle attitudini professionali maturate e verranno adeguatamente formati all’utilizzo dei macchinari e regolarmente contrattualizzati e retribuiti, con mercedi a carico dell’Amministrazione Penitenziaria. Il ciclo produttivo comprendera’ anche la ricezione e preparazione del tessuto non tessuto (TNT), nonche’ lo stoccaggio e la sanificazione delle mascherine.
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