Coronavirus, le piscine sono davvero sicure? Ecco quello che sappiamo finora
Dopo aver passato mesi chiusi in casa è tanta la voglia di ripartire e, perché no, fare un bel tutto in piscina. L’acqua clorata è probabilmente un valido aiuto contro il nuovo virus ma alcuni ricercatori avvertono comunque di fare attenzione.
Al momento, non esiste uno studio clinico specifico che abbia analizzato la trasmissione di Covid-19 all’interno delle piscine, possiamo dunque fare affidamento solo su informazioni indirette in merito.
Secondo i Centers for Disease Control americani, non vi sono “prove” che il virus possa diffondersi alle persone attraverso l’acqua in qualsiasi tipo di ambiente, che si tratti di vasche idromassaggio, spa o piscine.
La ragione principale di ciò è che l’acqua viene regolarmente disinfettata. Nella maggior parte dei casi si utilizza cloro, che quasi sicuramente è in grado di distruggere il virus. Lo stesso vale per altri tipi di disinfettanti come il bromo o l’ozono.
Come ha affermato il CDC in una nota:
“Il corretto funzionamento, la manutenzione e la disinfezione con cloro e bromo dovrebbero rimuovere o inattivare il virus che causa COVID-19”
Tutto questo però non è certo, proprio perché non è stato ancora verificato con studi specifici e, come avverte Vicenzo Romano Spica, professore di igiene all’Università di Roma “Foro Italico” in un “white paper” COVID-19 commissionato da Myrtha Pools (un appaltatore di piscine in Italia):
“In un altro momento, avrei detto di sì, è una garanzia di sicurezza che l’acqua sia disinfettata e trattata in modo appropriato secondo le normative vigenti. Oggi devo dire “sì, ma …” Sì, perché vari disinfettanti, incluso il cloro, agiscono sui virus e quindi anche su un Coronavirus; ma è anche vero che questo “nuovo” virus è ancora poco conosciuto e ci ha già regalato sorprese indesiderate. Pertanto, in assenza di prove epidemiologiche e studi sperimentali dedicati, è necessario essere molto cauti”
Spica, che sta attualmente conducendo uno studio sulla sicurezza del coronavirus nell’acqua delle piscine, propone cautela e disinfezione regolare non solo dell’acqua, ma anche di tutte le superfici presenti nelle strutture sportive.
I rischi fuori dell’acqua
Il problema, infatti, è che nelle piscine non si sta solo in acqua e bisogna considerare l’intero ambiente. Deve essere presa in considerazione la disinfezione delle superfici e di tutto ciò che viene abitualmente toccato, e questa non è sempre un’impresa facile.
Prima di tuffarsi in acqua, infatti, le persone entrano con le borse, si mettono il costume, toccano varie parte degli spogliatoi e gli armadietti, magari usano il bagno e all’uscita la doccia e gli asciugacapelli.
Ciò significa che, a meno che non vengano regolarmente disinfettati dopo il passaggio di ogni singola persona, tutti questi movimenti possono comportare un rischio di trasmissione della malattia. Saune e bagni turchi sono poi un altro potenziale modo attraverso il quale il virus potrebbe propagarsi.
Di conseguenza, alla riapertura delle piscine, tante cose sono state modificate nella gestione generale e, prima di poter riniziare ad utilizzare tutti gli spazi, ci vorrà del tempo.
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Anche il ricircolo dell’aria deve essere analizzato con particolare attenzione, è stato infatti collegato ad una più probabile trasmissione di coronavirus.
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Infine, le regole che valgono fuori dalla piscina devono essere rispettate anche dentro, il distanziamento sociale, ad esempio, è sempre fondamentale.
La maggior parte delle agenzie sanitarie raccomanda la distanza minima di 1 metro ma sarebbe meglio arrivare a 2 anche se, neppure a 2,01 si è al sicuri al 100%, dato che potrebbe essere comunque difficile schivare le goccioline infette di una persona con coronavirus.
Questo aspetto va considerato anche nelle piscine tenendo conto, tra l’altro, che in questo luogo le persone tendono a respirare in maniera più pesante, tossiscono e starnutiscono molto e le secrezioni di saliva e nasali tendono a fluire più spesso del normale.
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Nuotare invece è sicuro? Anche questo aspetto non è chiaro, visto che non è stato ancora analizzato a sufficienza.
Considerando tutti questi fattori, secondo gli esperti è consigliabile aprire le piscine solo quando il numero di casi scende a un livello accettabile (che è in effetti quello che è avvenuto nel nostro paese). Devono poi essere prese precauzioni speciali per quanto riguarda la circolazione dell’aria, la disinfezione e il distanziamento sociale, sia all’interno che all’esterno degli impianti.
Spica ritiene inoltre che dovremmo fare una distinzione tra piscine per il tempo libero e strutture sportive per il nuoto. È molto più pericoloso, infatti, garantire la sicurezza nelle prime.
“Diventa più difficile prevedere un controllo sul distanziamento sociale o il rispetto delle rigide normative in una spiaggia aperta o in una piscina in cui anziani e bambini giocano liberamente e senza regole”.
Vi avevamo parlato già di quanto riportato dagli esperti del Consiglio superiore di Ricerca Scientifica (Csic) spagnolo, che in un rapporto hanno analizzato la trasmissione del virus SARS-CoV-2 negli spazi destinati alla balneazione e ad altre attività acquatiche. In questo caso, gli esperti si sono concentrati in particolare sull’acqua, ritenendo sicura sia quella delle piscine che del mare.
La riapertura in Italia
Nel nostro paese le piscine sono state autorizzate a riaprire lunedì 25 maggio, ad eccezione della Lombardia che ha scelto di tenerle chiuse fino al 30 maggio e la Basilicata che ha rinviato la riapertura al 3 giugno.
Tutte ovviamente, hanno delle specifiche regole da rispettare per limitare al minimo i possibili contagi da Covid-19. Come si legge sul sito del Ministero della Salute:
le distanze da tenere sono:
- almeno 7 mq come superficie di acqua a persona nelle vasche
- almeno 1 metro e mezzo per le persone sedute su sdraio e lettini tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare o conviventi
- nelle aree solarium e verdi non meno di 7 mq di superficie di calpestio a persona
Ai gestori è richiesto di:
- informare sulle misure di prevenzione
- organizzare gli spazi e le attività in modo da garantire il distanziamento sociale
- pianificare le attività il più possibile per evitare condizioni di aggregazione
- privilegiare l’accesso agli impianti tramite prenotazione
- mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni
- assicurare l’efficacia della filiera dei trattamenti dell’acqua e i limiti dei parametri stabiliti
- garantire regolare e frequente pulizia e disinfezione delle aree comuni, spogliatoi, cabine, docce, servizi igienici, cabine, attrezzature (sdraio, sedie, lettini, incluse attrezzature galleggianti, natanti etc.) in particolare, le attrezzature come ad es. lettini, sedie a sdraio, ombrelloni etc. vanno disinfettati ad ogni cambio di persona o nucleo famigliare
- dotare le strutture di dispenser con soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani dei frequentatori in punti ben visibili e nelle aree di frequente transito, nell’area solarium o in aree strategiche in modo da favorire da parte dei frequentatori l’igiene delle mani
- potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura > 37,5°C.
inoltre:
- si raccomanda ai genitori o accompagnatori di avere cura di sorvegliare i bambini per il rispetto del distanziamento e delle norme igienico-comportamentali compatibilmente con il loro grado di autonomia e l’età
- vietato l’ accesso del pubblico alle tribune
- divieto di manifestazioni, eventi, feste e intrattenimenti
- riporre gli indumenti e gli oggetti personali dentro la borsa personale, anche se all’interno degli armadietti che in ogni caso non è consentito condividere
- evitare l’uso promiscuo di oggetti e biancheria
- prima di entrare nell’acqua di vasca provvedere ad una accurata doccia con sapone su tutto il corpo
- è obbligatorio l’uso della cuffia
- è vietato sputare, soffiarsi il naso, urinare in acqua
- ai bambini molto piccoli far indossare i pannolini contenitivi
La Federazione Italiana Nuoto ha stilato un documento molto dettagliato relativamente alle misure di sicurezza da adottare negli impianti sportivi dotati di piscina e palestra per la Fase 2. Potete leggerlo qui.
Fonti: CDC / Covid-19 Swimming pool study / Ministero della Salute
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