Coronavirus, lo psichiatra: “Serve una data per la fine dell’isolamento, non averla crea ansia”
- Rachele Bombace
- 03/04/2020
- Sanità, Welfare
- r.bombace@agenziadire.com
"Fare una previsione su quando potrà finire la quarantena può aiutare le persone a gestire meglio questo stato di tensione che vivono", dice lo psichiatra Tonino Cantelmi Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – Non solo la paura del contagio o il trauma di un caro che subisce il dramma della terapia intensiva, o ancor peggio la morte, ma anche il distanziamento sociale è un evento stressante e, come tale, è un fattore di rischio per la salute psicofisica delle persone. “Il cambio di stile di vita all’inizio può essere accettato più facilmente, ma nel tempo diventa molto stressante. Un vero fattore di rischio su cui le autorità dovrebbero riflettere è l’incertezza”. A dirlo è Tonino Cantelmi, presidente dell’Istituto di terapia cognitivo-interpersonale (Itci) di Roma.
“RIAGGIORNARSI DI SETTIMANA IN SETTIMANA CREA SCONCERTO”
“È vero che nessuno sia in grado di definire quando e come usciremo da questa situazione- continua lo psichiatra- ma fare una previsione può aiutare le persone a gestire meglio questo stato di tensione che vivono. Il fatto che ogni settimana ci si riaggiorni per la settimana successiva senza una proiezione, un qualcosa che ci dia una direzione, crea molto sconcerto. Tutti gli studi sull’isolamento dimostrano che le persone accettano l’isolamento abbastanza bene se sanno quando più o meno terminerà. Il generare incertezza eccessiva è un punto di rischio molto alto”.
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“MEGLIO UNA PREVISIONE, ANCHE SE SBAGLIATA”
Cantelmi è abbastanza sicuro che ci siano delle “proiezioni su cui attestarci. Non c’è nulla di male nel fare una previsione anche se si dovesse rivelare fallace, ma farebbe stare più tranquille le persone il sapere che c’è un tempo e che poi ne seguirà un altro”. Per supportare gli italiani l’Itci ha realizzato molte iniziative per contrastare la solitudine e il senso di precarietà dovute a questo periodo particolarmente difficile. Da quelle nazionali per gli adolescenti con appuntamenti pomeridiani, fino ad arrivare a un sostegno specifico dei pazienti in quarantena certificata.
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