Coronavirus, lo sfogo di Buffagni (M5s): “Partite iva a zero e noi aiutiamo chi lavora a nero”

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Il pentastellato Stefano Buffagni si sfoga: "Nel gruppo parlamentare è da un mese che non lavora più nessuno" Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print

ROMA – “In questo c… di partito non lavora piu’ nessuno. Anche nel gruppo parlamentare e’ un mese che non si vede piu’ un’anima negli uffici. Le cose devono cambiare”. Stefano Buffagni e’ un fiume in piena. Mentre attende nell’affollato Transatlantico di essere chiamato per votare il decreto cuneo fiscale, si lascia andare a uno sfogo con alcuni colleghi deputati del M5s.

La conversazione, alla quale il cronista della Dire non puo’ fare a meno di porgere l’orecchio, ha preso il via dai provvedimenti in queste ore all’esame del governo, e in particolare dal decreto di aprile. Nella norma dovrebbe essere compreso anche il reddito di emergenza, destinato a chi non puo’ piu’ lavorare e un reddito cosiddetto ‘light’ da riconoscere ai lavoratori a nero. Le partita iva, invece, dovranno continuare a richiedere un bonus – da domani si aprono i termini per presentare le domande – che in ipotesi salirebbe da 600 a 800 euro.

Ma a Buffagni l’equiparazione tra partite iva e lavoratori a nero non va giu’: “Cosa vado a dire alla partiva iva che e’ a zero euro, che noi diamo un reddito a quello che lavorava a nero?”, sbotta davanti ai colleghi, tra i quali si scorgono Giuseppe Bompane, Nicola Grimaldi e Andrea Caso.

Nicola Grimaldi, 39enne medico di Aversa ci tiene a precisare: “Caro Stefano, io sono l’unico meridionale che la pensa come te“. In effetti il tema del lavoro nero interessa in maggior parte il Sud, dove il sommerso e’ statisticamente piu’ diffuso.

Gli altri parlamentari, anche loro campani, a Buffagni obiettano che bisogna pensare anche al sommerso: “E che facciamo? In questo momento di crisi lasciamo le persone morire sotto un ponte perche’ sono lavoratori in nero?“.

Domanda provocatoria a cui il viceministro, commercialista milanese, risponde con una precisazione. “Sono pure d’accordo che non li si puo’ lasciare senza niente. Ma allora facciamo le cose per bene e alle partite iva, fatevelo dire da un commercialista, togliamo tutte queste procedure burocratiche, ste lungaggini… E che cazzo, e’ gente che lavora. Roba da pazzi“.

Per Buffagni, poi, c’e’ un problema di competenze, che investe direttamente i pentastellati. In effetti pare di scorgere qualche assenza di troppo alla votazione.

“Qui non si vede piu’ nessuno. Nel gruppo parlamentare da un mese nessuno che lavora. Guardate che questa cosa – l’emergenza, ndr- finisce e allora io dico: diamoci una mossa e cogliamo l’occasione per mettierci a lavorare e migliorare. Io sono perche’ ognuno faccia quello che sa fare. Se uno e’ scienziato fa lo scienziato. Se e’ idraulico fa l’idraulico”.

Il riferimento risale fino al dibattito interno ai Cinque Stelle sui vaccini. “Abbiamo deciso in base alle competenze. E allora d’ora in poi rispettiamo le competenze anche in altri campi. Non e’ possibile che tutti fanno tutto“.

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