Coronavirus, Locatelli (Css): “Senza lockdown 30 mila morti in più, non dobbiamo abbassare la guardia”
- Redazione
- 04/04/2020
- Sanità
- redazioneweb@agenziadire.com
Il presidente del Consiglio superiore di sanità interviene durante la conferenza stampa della Protezione civile Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – “Siamo passati da piu’ di 120 accessi alle terapie intensive a un saldo negativo di 74 malati che non sono piu’ oggi nelle terapie intensive rispetto a ieri. E anche il numero dei deceduti si e’ ridotto dai 970 del 27 di marzo ai 681 di oggi”, dice il presidente del consiglio superiore di sanita’ Franco Locatelli in conferenza stampa.
E aggiunge: “Ma questo non deve essere minimamente letto come un messaggio che ormai e’ superata la fase critica e il pericolo e’ scampato. Non abbiamo scampato proprio nulla: e’ solo la dimostrazione che quanto abbiamo messo in atto e’ servito”.
“Senza le misure intraprese, uno studio autorevole ha definito che avremmo perso almeno 30mila vite”, aggiunge Locatelli.
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“Facciamo tanti tamponi in Italia- prosegue Locatelli- piu’ di 650mila. Esiste un periodo di incubazione, tra l’esposizione e la comparsa di sintomi valutati col tampone. Le misure di distanziamento sociale e il lockdown hanno ridotto in maniera marcata o ci sarebbe stata una crescita esponenziale di decessi e contagi. Per questo ribadiamo l’importanza dei comportamenti. Fa bene Arcuri quando parla di ‘preghiera accorata’. Andare nelle strade o in luoghi dove c’e’ aggregazione non serve a se stessi ne’ agli altri”.
L’obiettivo adesso è quello di “ridurre il valore R0 e portarlo sotto 1 per avere l’evidenza che la diffusione epidemica nel Paese si e’ almeno arrestata per incremento giornaliero e declina. Nelle regioni del centrosud c’e’ stata la capacita’ del sistema sanitario di contenere il numero dei soggetti infetti”.
“Per alcuni mesi- continua- dovremo ancora convivere con questo virus, l’obiettivo e’ ridurre sempre piu’ questo numero. Tutte le politiche che saranno implementate per la ripresa spettano al decisore politico”.
“Sull’uso delle mascherine c’e’ un grande dibattito anche nella comunita’ scientifica perche’ non ci sono evidenze fortissime. Sappiamo che sono utili per prevenire il contagio di chi e’ infetto, ma la misura fondamentale e’ il rispetto del distanziamento sociale. Le riflessioni su un uso piu’ allargato sono oggetto di valutazione del Comitato tecnico scientifico”.
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