Coronavirus, nell’azienda Takis parte la sperimentazione del vaccino sui topi

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Aurisicchio: "Test sull'uomo probabilmente in autunno. Siamo 'bombardanti' da aspiranti volontari" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “Abbiamo cominciato la sperimentazione sui topi e avremo i primi risultati intorno alla fine di aprile“. A farlo sapere all’agenzia Dire è Luigi Aurisicchio, fondatore e amministratore delegato di Takis, la società biotech italiana con sede nel Tecnopolo di Castel Romano che, dopo il via libera del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore della Sanità, ha fatto partire i test preclinici di 5 vaccini contro il Coronavirus.

“La sperimentazione sull’uomo potrebbe partire già in autunno”, prosegue Aurisicchio, biologo di 49 anni, napoletano ma “emigrante”, come dice scherzosamente citando Massimo Troisi. “Almeno è quello che noi speriamo, mentre se vogliamo essere pessimisti, credo al massimo intorno a fine anno o ad inizio del nuovo”. Ma quando siete partiti con le sperimentazioni? “Il 22 gennaio– risponde l’ad di Takis, nella quale lavorano circa 25 dipendenti, per lo più ricercatori- solo qualche giorno la pubblicazione, da parte dei cinesi, della sequenza del Dna del Covid-19. Abbiamo esperienza nel settore dell’oncologia, ma quando è uscita la sequenza del virus abbiamo iniziato a lavorarci di nostra iniziativa, mettendoci a disposizione, senza nessun tipo di finanziamento“.

Fino ad ora, fa sapere Aurisicchio, la sua società ha speso “intorno ai 70mila euro, per tutta la parte riguardante il disegno molecolare e quella dei primi studi negli animali, ma la fase successiva sarà molto più costosa. Per questo- sottolinea- stiamo cercando dei bandi europei, ultimamente ne è uscito uno del ministero della Salute al quale però non possiamo partecipare perché è destinato solo agli IRCCS. Cercheremo allora, come già abbiamo fatto, di collaborare con qualche istituto pubblico. Poi abbiamo attivato un’iniziativa di crowdfunding: per il momento abbiamo raccolto intorno ai 40mila euro, ma dobbiamo arrivare intorno ai 2milioni, quindi il cammino è molto lungo”.

Interpellato su come sono arrivati a sviluppare i test per i vaccini contro il Coronavirus, il fondatore della società di Castel Romano risponde: “I vaccini sono costruiti al computer e sono ottenuti clonando un frammento dell’informazione genetica del Coronavirus nei filamenti circolari di Dna presenti nei batteri. Questo provoca la formazione di anticorpi contro la proteina Spike, che si trova sulla superficie dei Coronavirus, ed è la principale arma con cui il virus aggredisce le cellule respiratorie umane”.
La Spike, prosegue il biologo, per chi “ha mente il modello tridimensionale del Covid-19, è quella ‘punta’ che esce dalla membrana, una sorta di uncino che si lega alle cellule del nostro polmone. Allora il nostro obiettivo finale è creare degli anticorpi che bloccano la Spike, perché in questo modo il virus non può più entrare nel polmone”.

Una volta compiuti i vari passaggi della sperimentazione, si comincerà dunque con uno studio di fase 1 nell’uomo, inizialmente “su un numero relativamente piccolo di pazienti- spiega Aurisicchio- per verificare che il vaccino dia una risposta immunitaria contro il Covid-19 e soprattutto che sia sicuro, che non dia nessun tipo di effetto collaterale. Poi vengono fatti altri studi, su più larga scala, per poi arrivare alla fase commerciale. Tendenzialmente questo processo dura parecchio, ma oggi le agenzie regolatorie, è importante dirlo, stanno cercando di accelerare tantissimo. Se prima un processo del genere durava anche dieci anni, insomma, adesso durerà probabilmente 18 mesi”.

Secondo lei sarà difficile trovare persone disponibili a farsi testare? “Affatto. Si stanno già proponendo in tantissimi- risponde l’ad di Takis- la nostra casella di posta elettronica è bombardata di messaggi di persone che vogliono farsi vaccinare, a cui noi siamo costretti a rispondere che il vaccino non è ancora pronto e che non glielo possiamo dare, perché dobbiamo fare una serie di studi. Ci scrivono persone di tutte le età, dagli anziani ai giovani, che magari hanno figli piccoli e sono spaventati. Questa cosa devo dire che mi colpisce tanto”.
In tutto il mondo, infine, ci sono “una quarantina di aziende, cinesi, europee, americane e israeliana, che stanno lavorando non solo sui vaccini, ma anche sullo sviluppo di altre molecole, o meglio di terapeutici”. È una sana competizione a chi arriva prima? “Non è una competizione, questa è la cosa positiva, c’è collaborazione- risponde l’ad di Takis alla Dire- Ovviamente è una ‘gara’ per le grandi aziende farmaceutiche, perché chi arriva prima avrà una fetta maggiore del mercato. Ma quello che sto vedendo io, invece, è che tra i vari ricercatori a livello internazionale c’è uno scambio continuo di informazioni. Tanto è vero che stiamo partecipando ad alcuni incontri organizzati dall’Organizzazione mondiale della Sanità e durante le riunioni- ha concluso Aurisicchio- ognuno racconta quello che sta facendo e i risultati che ha ottenuto. Insomma- ha concluso Aurisicchio- ci si confronta moltissimo”.

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