Coronavirus, Ricciardi: “Atalanta-Valencia ha contribuito al contagio”

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"Ecco perchè la Lombardia così colpita e con alta letalità": parla il consulente del ministero della Salute e consigliere Oms Walter Ricciardi Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print

ROMA – Una serie di fattori, tra cui la partita Atalanta-Valencia di Champions League, hanno reso la Lombardia come l’area con il maggior numero di casi di contagio e di letalità. È quanto afferma Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e consigliere Oms, intervenuto a Rainews 24. Per Ricciardi, quindi, a favorire in Lombardia lo sviluppo del covid-19 è stata “una serie di fattori. Il primo, che l’epidemia si è sviluppata in ambito ospedaliero e l’ospedale è un detonatore per quanto riguarda l’epidemia. Quando un paziente si presenta in ospedale, come nel caso del paziente numero 1, ed è una persona biologicamente molto attiva nel trasmettere l’infezione, poi contagia medici e personale sanitario. Questi a loro volta contagiano i pazienti, i pazienti contagiano i visitatori e in un’area così densamente popolata, così dinamica come la Lombardia, questo è un detonatore assoluto”.

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Poi, continua il consulente del ministero, “perché Bergamo? Credo che giochi un ruolo importante la partita del 19 febbraio, Atalanta-Valencia. Un terzo della popolazione di Bergamo si è concentrata in uno stadio, poi ha festeggiato. Non è un caso che Bergamo sia la zona più colpita, e non è un caso che Valencia, cioè i cittadini che sono passati dall’Italia alla Spagna, abbiano fatto da trasmettitore nel loro Paese. E poi l’età della popolazione, che in larga parte, oltre il 20%, è costituita da anziani o da vecchi, e questo ha determinato l’alta letalità in quell’area. Una combinazione di fattori che ha fatto sì che la Lombardia diventasse il ‘paese’ a più alta concentrazione di casi e a più alta letalità”.

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Nell’area formata dalle regioni più industrializzate, quelle in cui si registrano i più alti casi di diffusione del coronavirus, “tutta la dinamica produttiva fa sì che quella è zona in cui la gente si sposta moltissimo, vive a ridosso delle aziende, all’interno delle fabbriche c’è un contatto diretto tra le persone che svolgono il ciclo produttivo– prosegue Ricciardi su Rainews 24-. Quello è un concentratore, cioè tutto quello che fa avvicinare la gente, la fa spostare: in caso di epidemia, di un virus respiratorio, agisce da facilitatore della diffusione della malattia”.

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