Coronavirus. Rsa Cologno, il M5s contro il sindaco: “Tace su poteri forti”

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Dopo la protesta dei parenti Fumagalli attacca Mantovani: "Sistema opaco, ats inutili" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

MILANO – Insomma mentre a Brugherio al primo grido di allarme il sindaco (Marco Troiano, centrosinistra, ndr) chiama le competenti autorita’ per risolvere il problema, a Cologno il sindaco della Lega, forse per non infastidire troppo i poteri forti e consapevole dell’incapacita’ della Regione a risolvere il dramma della Rsa tace. Come dire due pesi e due misure per lo stesso dramma. E’ forse questa la chiave di lettura del perche’ in Lombardia c’e’ oltre il 50% dei decessi di tutta Italia per il covid”. Dopo le denunce dei parenti alla ‘Dire’- 23 morti in tre settimane e l’assenza di informazioni sui loro congiunti- la battaglia sulla Rsa Mantovani di Cologno Monzese diventa politica, con un pesante scontro social tra il capogruppo pentastellato a Palazzo Pirelli Marco Fumagalli e l’ex potentissimo assessore al Welfare lombardo Mario Mantovani, la cui fondazione e’ legata a stretto giro con la casa famiglia colognese.

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IL CASO DELL’RSA DI COLOGNO

L’Rsa di Cologno e’ finita sotto accusa per la gestione molto difficoltosa dell’emergenza covid. Una casa famiglia che, come dichiarato in replica a Fumagalli dallo stesso ex vicepresidente, “non e’ della famiglia Mantovani, ma della citta’ di Cologno in concessione a Fondazione Mantovani, ente con personalita’ giuridica propria riconosciuta con decreto del 1996 di Regione Lombardia”. Versione che non convince Fumagalli, a cui risulta che la casa famiglia colognese sia “una struttura comunale di oltre 3.000 mq, costata circa 8,7 milioni di euro”, e soprattutto “gestita dalla Fondazione Mantovani. Questo- aggiunge il capogruppo regionale M5S- e’ quanto diceva nel 2003 il Sindaco Milan di Cologno Monzese divenuto famoso per essere stato eletto con la sinistra e aver concluso il mandato con una maggioranza di centrodestra”.

L’altro motivo di scontro e’ circa la comunicazione effettuata: “Il sindaco si informa pressoche’ quotidianamente dell’evoluzione interna anche con visite personali in struttura”, precisa Mantovani. Il problema e’ che le informazioni poi non passano ai familiari e non servono per risolvere la questione. Va detto infatti che i problemi principali della Rsa colognese sono l’approvvigionamento di tamponi e la carenza di personale. Stando al governatore lombardo Attilio Fontana e al suo assessore al Welfare Giulio Gallera, che di Mantovani fu successore e sostituto, la responsabilita’ di queste carenze va indirizzata alle Ats e alle stesse case di degenza private, come al M5S risulta essere la Mantovani, che per Gallera “avrebbero dovuto attivarsi” proprio nei confronti delle agenzie di tutela della salute per sanare le proprie mancanze.

LE ACCUSE DI FUMAGALLI

Quanto basta a Fumagalli per puntare il dito contro Regione Lombardia. Le Ats “come tutta la sanita’ lombarda” per l’esponente M5S hanno mostrato “i loro limiti in questa triste vicenda”. In sostanza, “se avessero avuto un piano pandemico come stabilito a livello regionale magari l’impatto sarebbe stato diverso”, e “se anziche’ essere inutili enti amministrativi ‘sperimentali’ come stabilito dalla legge di riforma, avessero curato la nostra salute avremmo meno lutti da piangere”. La legge a cui si riferisce Fumagalli e’ quella del 2015 (“e il signor Mario Mantovani e’ stato assessore alla Sanita’ per quasi tutto l’anno 2015”, precisa), la cosiddetta riforma sanitaria regionale, il cui scopo era quello “di mettere sullo stesso piano pubblico e privato”, perche’ “la politica del centrodestra si e’ sempre basata sul consenso elettorale determinato dal valore della sanita’ lombarda, che ammonta a 19 miliardi di euro di cui- specifica il capogruppo M5s- il 40% destinati ai privati”. In pratica, per il M5S lo scopo della legge di riforma era quello di “disorganizzare la sanita’ lombarda per aprire la strada alla totale privatizzazione del servizio sanitario regionale”.

In pratica, per Fumagalli dietro la sanita’ ci sono interessi enormi e poca trasparenza. “A me basterebbe sapere dove finiscono i 213 milioni di euro che Areu, l’azienda che si occupa della emergenza urgenza, spende per servizi verso terzi in convenzione”. Questo perche’ per il capogruppo M5S una parte della sanita’ privata “e’ in mano a finte Onlus o Fondazioni di cui non e’ possibile conoscere i dati di bilancio e organizzativi”. Il riferimento e’ proprio alla Fondazione Mantovani: sul sito della fondazione a cui e’ legata la casa famiglia colognese “si puo’ leggere solo il bilancio sociale del 2018 e non il bilancio d’esercizio”, afferma Fumagalli. “Insomma, a fronte di una indicazione di un fatturato di 17 milioni di euro non e’ dato capire quale sia la dimensione organizzativa del gruppo”, rincara, asserendo come le fondazioni altro non siano che “un sistema molto semplice per nascondere un’attivita’ di impresa senza essere soggetti alle regole fiscali e civilistiche che spettano alle imprese che esercitano l’attivita’ sotto forma societaria”.

Ecco perche’ il M5s lombardo nutre “molti dubbi” sul carattere “caritativo” di molte Fondazioni e “mutualistico” di molte cooperative. “A mio parere- spiega Fumagalli- c’e’ un abuso di queste tipologie di forme aggregative che permettono con ‘prezzi di trasferimento’ di ottenere dei lauti guadagni”, sistema “costruito per tale precisa volonta’” con le Ats “che nulla controllano”. Ecco perche’ essendo le ATS insieme alla giunta regionale “i massimi responsabili di questa anomala diffusione del virus per trasmissione ospedaliera”, per il capogruppo pentastellato al Pirellone si sarebbe dovuto “chiamare l’Ats per risolvere il problema e fare chiarezza sul numero di decessi e contagi”, uno dei maggiori problemi a Cologno monzese come altrove. “E’ possibile che ad oggi in Lombardia non sappiamo quanti decessi per Covid abbiamo avuto e quanti positivi ci sono?”, e’ la domanda di Fumagalli, simile a quelle che si pongono i familiari della Mantovani.

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