Coronavirus, Simit: “Non si è attenuato, non alimentate false speranze”
- Redazione
- 11/05/2020
- Sanità
- redazioneweb@agenziadire.com
L'appello della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – I numeri incoraggianti di questi primi giorni della fase 2 hanno permesso di recuperare l’ottimismo e di allentare con una certa celerita’ le misure restrittive imposte durante il lockdown. La comunita’ scientifica degli infettivologi si rivolge alla popolazione e agli stessi media perche’ non siano alimentate illusioni: nulla sostiene che il virus si sia rabbonito.
IL BILANCIO DELLA FASE 1 E LE INCERTEZZE SUL FUTURO
Le osservazioni degli ultimi giorni sono semplicemente il frutto degli interventi posti in atto nelle settimane precedenti e non devono alimentare false speranze; in particolare, si deve tenere conto delle evidenze cliniche che non depongono per un reale cambiamento della malattia.
“La riduzione della pressione per nuovi ricoveri di casi gravi di COVID e’ l’attesa conseguenza del decreto di distanziamento sociale che ha portato a richiedere alla popolazione tutta di rimanere in casa, a sospendere molte attivita’ economiche e a chiudere scuole e universita’; cio’ ha permesso di interrompere anche l’ulteriore diffusione dell’epidemia, ma non certo l’attenuazione della virulenza di SARS-CoV-2″, afferma il Professor Massimo Andreoni, Primario delle malattie infettive del Policlinico di Tor Vergata e Direttore Scientifico di Simit.
“Le misure di contenimento hanno consentito di imbrigliare la prima fase dell’epidemia, bloccando la sua ulteriore estensione o per lo meno limitandola ai contagi trasmessi in famiglia da persone ritiratesi in casa con l’infezione in atto- conferma il Professor Massimo Galli, Primario di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano e Past President Simit– La prima ondata dell’epidemia ha portato alla manifestazione dei casi clinici di maggiore gravita’, che si sono gradualmente ridotti di numero nelle ultime settimane in relazione alla riduzione del numero dei nuovi contagi. La maggior disponibilita’ di posti letto per casi di media gravita’ ha poi modificato la composizione della casistica ricoverata, mentre la possibilita’ di un ricovero piu’ precoce e l’affinamento delle cure hanno frenato l’evoluzione negativa in numerosi casi“.
IL RISCONTRO EMPIRICO DI QUESTI PRIMI GIORNI DI MAGGIO
“In questa fase serve molta prudenza nell’interpretazione dei dati, ma e’ fondamentale non confondere gli effetti con le cause: osserviamo meno casi gravi perche’ si verificano meno nuove infezioni; e questo e’ evidentemente il frutto dell’azione di contrasto alla diffusione dell’infezione da coronavirus- ribadisce Marcello Tavio, Direttore delle Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona e Presidente Simit– Se poi in futuro il virus mutera’ al punto da non causare malattia nell’uomo, dovremo averne un’evidenza epidemiologica, prima ancora che laboratoristica. Ora non e’ certo cosi'”.
“Allo stato attuale delle conoscenze non ci risultano evidenze molecolari che depongano per mutazioni del virus che ne possano giustificare un’attenuazione– conclude il Professor Galli- Riteniamo dunque che, in occasione della fase due, ipotesi non confermate sulla minor virulenza di SARS-CoV-2 possano creare false sicurezze e ridurre pericolosamente l’attenzione nel seguire con il necessario rigore le misure di prevenzione”.
“Per sostenere certe affermazioni ci vogliono grandi numeri, forti evidenze e robusti dati molecolari che evidenzino modificazioni sostanziali del virus- sottolinea il Professor Claudio Mastroianni, Vice Presidente Simit e Direttore Uoc Malattie infettive del Policlinico Umberto I- Altrimenti affermazioni tipo ‘il virus si e’ depotenziato’ servono solo a creare false sicurezze e facilitare la sottovalutazione di un problema che permane serio, tanto piu’ nella cosiddetta fase due. Pur confidando nella presa di coscienza della popolazione, noi comunque ci attendiamo un possibile nuovo aumento dei casi terminata la fase di incubazione dopo la fine del lockdown dello scorso 4 maggio. Restiamo vigili e pronti per intervenire”.
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