Coronavirus, Spallanzani: “Sì al bagno in mare, non c’è contagio in acqua”

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"Il caldo fa ben sperare, effetti fase 2 visibili a fine mese" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “Si’, il bagno al mare si potra’ fare. Il virus non si trasmette con l’acqua. Anche se un infetto dovesse fare il bagno poi disperderebbe il virus nell’acqua. Nel mare tutto si diluisce. Naturalmente meglio non nuotare faccia a faccia con un’altra persona, ma l’acqua di mare non e’ un veicolo di infezione”. Cosi’ Nicola Petrosillo, Direttore del dipartimento clinico e di ricerca delle Malattie Infettive dell’ospedale Spallanzani nel corso di un incontro in video connessione con il Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, e Maria Rosaria Capobianchi, Direttore del dipartimento di Epidemiologia, Ricerca Preclinica e Diagnostica Avanzata dello stesso Spallanzani.

OTTIMISTA SU EFFETTO CALDO PER ABBATTERE COVID

“Io- aggiunge Petrosillo- sono un po’ ottimista sull’estate. Ho qualche speranza che il caldo possa intervenire, in termini di raggi ultravioletti e umidita’, anche basandoci su altri casi di virus simili, possa abbattere la carica batterica presente nelle goccioline emesse nell’aria. Ci sono altre esperienze in tal senso con il virus della Saars e con i virus influenzali. Questo fa ben sperare ma poi bisognera’ fare i conti con la realta’”.

RISULTATI SU EFFETTI FASE 2 A FINE MESE

“La fase 1- continua Petrosillo- ha funzionato perche’ ha abbassato la curva epidemica ad un livello di sostenibilita’ per il sistema sanitario. Oggi la chiusura totale non e’ piu’ sostenibile sotto tanti punti di vista: economico, sociale e psicologico. Ma va fatta un’analisi del rischio e bisogna dire che il virus c’e’ e circola. Non siamo ancora a zero infetti. Prima di poter dire che la riapertura della Fase 2 non ha avuto effetti negativi bisognera’ aspettare oltre i tradizionali 14 giorni di incubazione. Potremo dire qualcosa alla fine del mese”.

“Per quanto riguarda le scelte organizzative e il piano di prevenzione-aggiunge – bisogna capire quanto siamo disposti a rischiare, non siamo a rischio zero”.

VIRUS NON È MUTATO, NO PREOCCUPAZIONI

“I virus si adattano e hanno la capacita’ di mutare. Rispetto a quello che noi ci aspettavamo rispetto all’enzima replicativo possiamo dire che il covid19 ha accumulato piccolissime variazioni. Non ci sono elementi che indicano che il virus sia cambiato in modo enorme e non ci sono elementi di preoccupazione sul cambiamento”. Cosi’ Maria Rosaria Capobianchi, Direttore del dipartimento di Epidemiologia, Ricerca Preclinica e Diagnostica Avanzata dello Spallanzani.

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