Cosa nasconde di incredibile il deserto dello Utah

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È uno degli Stati più selvaggi degli Usa e i suoi parchi offrono scenari strabilianti tra i colori cangianti delle rocce rossastre. Formazioni rocciose create da Madre Natura ma che sembrano fatte dalle mani dell’uomo. Installazioni artistiche, come il misterioso monolite di metallo scoperto per caso dall’equipaggio di un elicottero durante un sorvolo spuntato nel bel mezzo della terra rossastra in mezzo al nulla, popolata solo da animali selvatici, qualcosa che sembra uscito dal film di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello spazio”. Il punto esatto del ritrovamento non è stato reso noto, per evitare che qualcuno si avventurasse nel deserto senza mai più ritrovare la strada del ritorno.

Ma non è l’unica stranezza che si trova nello Stato dello Utah. La Valle degli Dei è una mini Monument Valley. La si può sorvolare con la mongolfiera ed è un’esperienza incredibile. C’è poi il Singing Canyon: mentre si cammina lungo i sentieri si sentono suoni come se qualcuno suonasse uno strumento musicale. C’è anche una galleria d’arte a cielo aperto: è il Parowan, una collezione di incisioni rupestri create nella preistoria nel corso di mille anni. Le case rupestri di House on Fire ricavate nella roccia sono un altro posto incredibile. E poi le sorgenti naturali di Fifth Water con delle splendide cascate e pozze di acqua calda.

Il deserto dello Utah è anche l’ambiente ottimale per simulare il terreno marziano. Vicino ad Hanksville si trova infatti la Mars Desert Research Station che viene impiegato dagli astronauti per fare pratica della vita su Marte. Nello Utah ci sono cinque i parchi nazionali, presi d’assalto da migliaia di turisti ogni anno perché offrono agli amanti dell’avventura e della natura incontaminata l’esperienza di scenari strabilianti.

L’Arches National Park, caratterizzato dalla sua incredibile roccia rossa, trae il suo nome dal fatto che in esso sono concentrati i più grandi archi naturali del mondo: rocce che sfidano la gravità assumendo forme suggestive come vere e proprie opere d’arte. Tra le attrazioni del “giardino di pietra” troviamo anche gli incredibili Marching Men, ma la scultura che lo caratterizza è certamente il Delicate Arch.

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L’Arches National Park nello Utah @123rf

A soli 25 miglia, nella zona di Moab, ci sono il Canyonlands National Park e il Dead Horse Point State Park. Il Canyonlands, dai limiti sconfinati, include alcuni dei più suggestivi e tortuosi paesaggi dell’Utah grazie al fatto che due grandi fiumi, il Colorado e il Green, vi hanno scavato internamente dei profondi canyon. Gli amanti del rafting non resteranno delusi da alcune delle discese più emozionanti del mondo all’interno del Cataract Canyon.

Poi c’è il Bryce Canyon, un’area protetta dove si possono trovare gli “hoodoos”, pinnacoli scolpiti dal vento e da altri fenomeni naturali, e il famoso Bryce, un enorme anfiteatro nato dall’erosione di una parte dell’altopiano di Paunsaugunt. Un luogo di roccia, dal tipico colore rossastro, che sembra uscito dalla fantasia di un autore di libri e talmente bello che Google Arts & Culture gli ha dedicato un tour virtuale a cui si può accedere direttamente dal pc.

Parchi Nazionali in inverno, Bryce Canyon

Lo spettacolo del Bryce Canyon sotto la neve @iStock

Un altro parco dello Utah è lo Zion National Park che protegge un ambiente unico dove si incontrano imponenti formazioni rocciose e profonde gole incise e modellate dalla forza delle acque del Virgin River.

E infine il Capitol Reef, considerato “uno tra i segreti meglio conservati dello Utah”. È infatti ben lontano dall’essere assalito dai visitatori. Il motivo di questa minore affluenza è da ricercare nella scarsità di accessi e nella povertà di strade asfaltate che permettono l’attraversamento del parco, che resta per lo più esplorabile con veicoli quattro per quattro e solo nel periodo della stagione secca.

Zion National Park

Le formazioni rocciose dello Zion National Park @123rf

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