Cosa vedere a Bova, splendido borgo della Calabria

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Il borgo di Bova è arroccato sul versante est dell’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Con meno di 500 abitanti ed un’atmosfera d’altri tempi, Bova si è conquistato grazie alle sue bellezze leggendarie un posto d’onore tra i Borghi più Belli d’Italia. Il paese è considerato la capitale culturale della Calabria Greca, la zona che dalle coste dall’Aspromonte degrada verso lo Ionio, antico luogo di conquista da parte della popolazione ellenica e storicamente culla di un meraviglioso crogiolo di culture e di lingue. Si narra infatti che Bova fu fondato da una regina greca, che guidò le sue genti dalle coste verso l’entroterra e stabilì la sua residenza sulla vetta del colle del paese.

I comuni dell’area grecanica ossia Bova, Gallicianò, Roghudi e Roccaforte del Greco portano ancora i suggestivi segni di questa commistione: tradizioni e suoni linguistici della Calabria si fondono qui con quelli della Grecia, in un mélange culturale incredibilmente affascinante. Le origini di Bova in ogni caso si perdono nei tempi, e ritrovamenti risalenti al neolitico precedono testimonianze storiche databili intorno all’anno mille, momento in cui i Normanni scalzarono Bizantini e Arabi nella dominazione di Sicilia e Calabria.

Cosa fare e cosa vedere a Bova

Il paese di Bova è dominato dall’alto dalle rovine dell’antico Castello Normanno, risalente al secolo XI e rafforzato in seguito dagli Aragonesi. Gli stretti vicoli di Bova si intersecano sotto il vigile controllo del castello, e si uniscono in un labirinto di suggestivi passaggi dominati dal calore delle pietre e da un’atmosfera sospesa. Passeggiare per le strade del paese è il modo migliore per conoscerne l’essenza e non perderne nemmeno uno scorcio. Tra portali in pietra e saliscendi pittoreschi, Bova è capace di regalare emozioni davvero autentiche.

A partire da quella che colpisce ogni visitatore alla vista dell’originale monumento che decora una delle piazze principali di Bova: dal 1987 infatti Piazza Ferrovieri d’Italia accoglie una pesante locomotiva Ansaldo Breda, un ornamento decisamente curioso, specialmente per un paese dove la ferrovia non è mai arrivata. Cosa simboleggi è discusso: c’è chi dice sia dedicata ai ferrovieri che hanno lavorato alla vicina ferrovia Ionica, c’è chi sostiene sia invece una malinconica memoria di chi da Bova a bordo di un treno se n’è andato, contribuendo al drastico calo della sua popolazione.

Esplorando il territorio di Bova, chiamata anche Vuà dagli abitanti del posto, si incontrano anche eleganti palazzi nobiliari come Palazzo dei Nesci Sant’Agata, risalente al XIX secolo o il Palazzo del Municipio, eretto sui resti di un precedente edificio, la cui vecchia cappella ospita oggi l’ufficio turistico locale. Bova vanta anche la presenza di numerosi edifici religiosi, tra i quali spicca il Santuario di San Leo, patrono del borgo, l’adorazione del quale è particolarmente sentita dai locali. Le reliquie del santo sono gelosamente custodite da un’urna d’argento e sull’altare della chiesa svetta una statua dello stesso opera di Rinaldo Bonanno.

La Concattedrale di Bova o Cattedrale di Santa Maria dell’Isodia, è situata in una posizione sopraelevata rispetto al centro storico, in prossimità del Castello Normanno, ed è stata edificata sulle spoglie di un’antica chiesa bizantina. Custodisce opere di rilievo, tra le quali la statua in marmo della Madonna col Bambino, opera sempre del Bonanno del 1584.

Meritano una visita anche la tardo rinascimentale Chiesa dello Spirito Santo e la Chiesa di San Rocco, mentre per un’immersione nella cultura locale da non perdere gli interessanti musei della cittadina: il Museo della Lingua Greco-Calabra, tempio della lingua grecanica, il Museo di Paleontologia e Scienze Naturali dell’Aspromonte ed il Sentiero della Civiltà Contadina, un museo a cielo aperto che si snoda tra i vicoli del borgo e permette di osservare strumenti antichi, torchi, mulini ad acqua e altri oggetti appartenenti agli usi contadini dei tempi che furono. Non si può lasciare Bova senza essersi affacciati dalla celebre balconata di Bova, un entusiasmante punto panoramico dal quale è possibile ammirare l’arco costiero poco distante.

Bova e le pupazze: suggestivi rituali religiosi

Ogni anno viene celebrava a Bova la tradizionale Festa delle Pupazze, in occasione della Domenica delle Palme. La celebrazione prende origine dal mondo della mitologia greca e dei riti religiosi eleusini, e combina in maniera vibrante e profondamente sentita vecchie tradizioni e spiritualità religiosa. Le pupazze sono figure femminili realizzate dagli abitanti intrecciando con pazienza rami d’ulivo intorno ad un’asse di canna. Le pupazze, una volta assunte sembianze antropomorfe, vengono adornate con fiori e frutta e portare in processione per le strade del paese e condotte fino alla Chiesa di S. Leo, dove ricevono una benedizione. Una festa fortemente simbolica, avvolta di mistero e di vibrante carica ritualistica: da non perdere.

Importanti anche le celebrazioni del Santo Patrono San Leo, nel mese di maggio e il Paleariza, un festival etno-culturale-musicale che promuove usi e costumi tradizionali, in scena invece nel mese di agosto.

Cosa mangiare a Bova

La cucina tipica di Bova ha sapori di montagna e la rusticità della gastronomia di derivazione contadina. I sapori forti della terra deliziano il palato ed esprimono una decisa personalità. Tra le ricette più diffuse troviamo i maccaruni, pasta casereccia qui servita in genere con ragù di polpette o sugo di capra e cosparsa di ricotta salata, ed i tagghiarini cu li ciciri, asta casereccia con ceci aromatizzati all’alloro. A stuzzicare il palato ci sono anche i pruppetti di ricotta, cotte nel sugo di pomodoro ed aromatizzate al pecorino, le stopitte o pitte veloci, sfoglie senza lievito fritte in olio d’oliva e le zippole, pasta lievitata filante attorcigliata qualche volta con un pezzo di acciuga e fritta sempre in olio di oliva. Un estremo valore calorico, per un gusto imbattibile.

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