Cosa vedere a Pomponesco, splendido borgo mantovano

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Pomponesco è un piccolo borgo lombardo situato nel basso mantovano che è riuscito a conquistarsi un posto nel club dei Borghi Più Belli d’Italia per la sua bellezza ed il suo passato intrigante. Il paese di Pomponesco sorge sulla riva sinistra del Po e la sua storia è stata da sempre legata a doppio filo al fiume ed ai commerci che qui si intrattenevano: il borgo dispone infatti di un suo porticciolo e conserva ancora l’aria e le atmosfere di paese di fiume. Il territorio di Pomponesco passò di mano in mano tra Etruschi e Galli ma il suo nome deriva però dal periodo in cui la famiglia romana Pompea si stabilì in queste zone: questa stirpe non fu l’unica ad apprezzare l’area mantovana ed il paese finì tra i possedimenti di diversi potenti proprietari, come gli Este, il vescovato di Cremona, ed i Gonzaga di Mantova.

Fu proprio un Gonzaga che segnò per sempre il destino di Pomponesco, trasformando il piccolo villaggio in un sogno idealistico e glorioso: Giulio Cesare Gonzaga, uomo dalla mente fervida, decise di plasmare Pomponesco per renderlo la rappresentazione perfetta della “città ideale”. Il disegno urbanistico studiato a tavolino stravolse la struttura del tranquillo borgo fluviale e qui Giulio Cesare stabilì la sua residenza e portò la sua corte, dotando Pomponesco di enorme prestigio. Nonostante il destino volle far calare sul paese un lento ma inesorabile declino, dopo la fine della dinastia Gonzaga e la perdita di importanza dei commerci sul fiume, Pomponesco resta ancora oggi un gioiello di inestimabile valore, sospeso nella quiete della campagna di Mantova.

Cosa vedere a Pomponesco

La pianta urbana di Pomponesco è rimasta praticamente immutata fin dal tempi di Giulio Cesare Gonzaga, che sul finire del XVI secolo dal suo centralissimo castello fece dipartire due direttrici che divisero l’abitato in quattro aree distinte e simmetriche, ancora oggi visibili. Oggi però al posto dell’antico castello del marchese, abbattuto dai francesi nel XVIII secolo, sorge la splendida Piazza XXIII Aprile, racchiusa da palazzi dotati di porticati nei quali un tempo dimoravano i cortigiani del Gonzaga. Quasi tutti gli edifici che fanno da contorno allo spiazzo sono databili tra il 1590 ed il 1630 e molti conservano ancora gli originali soffitti in legno ed in rari casi anche gli affreschi dell’epoca.

Sulla piazza si trovano, uno di fronte all’altro, il Palazzo Comunale e la chiesa trecentesca di Santa Felicita e dei Sette Fratelli Martiri, che delineare il profilo dello slargo con le loro alte torri. Altro punto di grande interesse del borgo è l’elegante Palazzo Cantoni, proprietà un tempo di una facoltosa famiglia ebrea trasferitasi a Pomponesco per svolgere attività commerciali. Illustre discendente proprio di questa famiglia è Alberto Cantori, celebre scrittore che riposa oggi nel cimitero ebraico, proprio nei pressi del Palazzo.

Il Teatro 1900 completa l’offerta culturale del piccolo Pomponesco: uno dei teatri di paese, molto diffusi nella pianura padana nel secolo scorso.Tra gli eventi e le vicende che rendono Pomponesco fulcro di storia e cultura, c’è il fatto che la città ha dato i natali oltre che al già menzionato Cantori, anche a Gerolamo Trenti, tra i più noti esponenti del paesaggismo lombardo dell’Ottocento e che il paese è stato a più riprese scelto da grandi registi come location per i loro film: Zavattini, Soldati, Bertolucci e persino Brass e Terence Hill, hanno colto la suggestione scenica del paese facendone il set per le loro scene.

Cosa vedere nei dintorni di Pomponesco

I dintorni di Pomponesco non sono meno suggestivi del centro ed alternano armoniosamente campagne punteggiate da fienili a pioppeti tipici della flora di queste zone. A pochi chilometri dal borgo, la riserva regionale naturale lombarda della Garzaia di Pomponesco è una superficie di ben 23 ettari fatta di aree boschive sulle quali hanno trovato fertile terreno numerosi salici bianchi, culla di specie volatili come le nitticore, garzette, cavalieri d’italia e gufi. Sul grazioso porto di Pomponesco è poi possibile ammirare tipici casoni sul fiume e percorrendo gli argini del Po si riescono ad intravedere anse e spiaggette sabbiose, un tempo usate come colonie estive dei bambini ed oggi luogo di escursioni, passeggiate ed incredibile relax.

Eventi a Pomponesco

Tra i più importanti eventi di Pomponesco sono da segnalare La Festa del Ringraziamento Pomponesco, in scena a novembre ed organizzata dall’Associazione Giovani Agricoltori di Pomponesco in onore della ricorrenza durante la quale gli agricoltori ringraziavano il Signore per il raccolto ottenuto durante l’anno. A fine agosto invece si svolgono due feste paesane davvero curiose. La prima è dedicata al lùadèl, ovvero ad un tipo di pane decisamente gustoso e famoso in queste zone che già ai tempi dei Gonzaga serviva ad attestare il raggiungimento della giusta temperatura dei forni delle case.

Il secondo festival di fine estate è invece quello del pulàc. Il termine deriva questa volta da da pulàca che in dialetto mantovano significava pigrizia e svogliatezza: il festival della pulàca elegge simpaticamente il piu fannullone tra i candidati del paese, in un clima goliardico e festoso. A Pasqua invece prende vita tra le strade del paese una scenografica Via Crucis, durante la quale decine di comparse rievocano la scena biblica con sentita partecipazione e profondo spirito cristiano, dando vita ad una manifestazione davvero da non perdere.

Cosa mangiare a Pomponesco

Piazza XXIII Aprile oltre che splendida architettonicamente è anche sede di ben 11 tra ristoranti, botteghe osterie ed enoteche tipiche. Si evince quindi come Pomponesco sia in grado di soddisfare anche le papille gustative oltre che vista e voglia di scoperta. Tra le specialità locali più amate si trovano lumache fritte e tortelli di zucca a forma di caramella, vera icona della cucina locale, oltre che vellutate di zucca e porri e gnocchi alla mulinera. Per chi ama i secondi, imperdibili sono il luccio in salsa Gonzaga, le trippe ed i guanciali di maiale, ed anche le costine al rosmarino con mostarda di mele mantovana. Il tutto ovviamente accompagnato dal tipico pane lüadel, magari farcito con salumi locali e servito con i vini di alta qualità del territorio mantovano. Per chiudere il pasto in bellezza, il sugo d’uva alla Zavattini e la celeberrima torta sbrisolona, emblema di Mantova ma conosciuta in tutta Italia.

Da Si Viaggia

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