Cosa vedere nel borgo di Sutera, in Sicilia
Il borgo di Sutera in Sicilia è un paesino arroccato su una rupe nell’entroterra di Caltanissetta. Chiamato “il balcone della Sicilia” per la sua estesissima vista, offre un panorama meraviglioso che va dall’Etna fino al golfo di Agrigento. Si tratta di un borgo medievale, inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, grazie alle sue caratteristiche peculiari che lo rendono un luogo turistico di importanza storica. Composto da tre quartieri, Rabato, Rabatello e Giardiniello, il borgo di Sutera dista dal mare una quarantina di chilometri e si trova sul percorso della Via Francigena.
Storia di Sutera
Sebbene il centro storico testimoni con la sua pianta la struttura tipica dei borghi medievali, l’origine di Sutera è molto antica. Il quartiere Rabato avrebbe, infatti, origini arabe e risalirebbe all’860 d.C. Il nome stesso sarebbe di derivazione araba. Infatti in arabo rabad significa proprio “borgo”. La pianta di questo quartiere è tipicamente araba: qui si trovano viuzze molto strette che si snodano in incroci intricati. L’epoca storica a cui risalgono le case del luogo corrisponde a quella in cui nacquero i tipici dammusi: casette contadine su un solo piano all’interno della quale si trova un’unica stanza dotata di soppalco.
Al centro del quartiere nell’875 d.C. venne edificata una moschea: nel 1370 venne abbattuta e sostituita con la chiesa di Santa Maria Assunta. Il barone di Sutera provvide infatti a eliminare tutti i luoghi considerati pagani e a sostituirli con simboli della cristianità. Nel 1545 Santa Maria Assunta è stata ricostruita ed è diventata la Chiesa Madre, ancora presente oggi. A circa un chilometro dal centro di Sutera, sorge in sito archeologico di San Marco: qui oltre alla chiesetta scavata nella roccia con affreschi in stile bizantino, si trovano resti risalenti al paleolitico, a testimonianza dell’antichissima presenza umana in quest’area.
Sutera: cosa vedere
Chi desidera una vacanza all’insegna della cultura, oltre che del relax e dei bei paesaggi, non può che dedicare qualche ora alla visita di Sutera di Caltanissetta. Lo scenario suggestivo offerto da questo borgo si snoda lungo le stradine che lo attraversano, unendo tradizioni, colori e sapori locali. Le case tipiche, in gesso e malta, si inseriscono piacevolmente nello scenario tipico del luogo, sovrastato dalla Montagna di San Paolino. Proprio questa rocca, uno sperone che si erge fin oltre gli 800 metri di altezza, merita una visita, in particolare il santuario di S. Paolino. Qui si giunge a piedi lungo un percorso lastricato che si inoltra lungo la costa della montagna ed è anche la via per il pellegrinaggio dei fedeli. Giunti sulla cima, la vista ripaga la fatica della salita. Il santuario, costruito sopra a un antico castello bizantino, è composto da una chiesa a tre navate dove si possono vedere opere della tradizione siciliana: la tela Madonna in trono con i SS. Cosma e Damiano di Filippo Tancredi, l’urna di San Paolino e l’urna di Sant’Onofrio.
Tornando verso il centro, una sosta è d’obbligo nella piazza principale, su cui si affaccia il municipio e la Chiesa di Sant’Agata, che dà anche il nome alla piazza. Qui una balconata di ampie dimensioni si apre all’orizzonte, lasciando vedere un panorama splendido sulla campagna sottostante. La Chiesa di Sant’Agata, edificata nel ‘400 in stile romanico, è poi stata ricostruita nel ‘700 con l’aggiunta della torre campanaria. Costituita da tre navate, al centro ha una copertura a botte mentre le navate laterali sono a crociera. Una delle particolarità che la rendono di grande pregio artistico sono le pareti interne, il cui restauro recente ha riportato alla luce il blu “azolo”, che negli anni era stato coperto da colorazioni differenti. Lo stile barocco siciliano è ben visibile negli intagli dell’altare mentre i capitelli delle colonne si caratterizzano per il fatto che sono tutti diversi l’uno dall’altro.
All’interno sono, inoltre, presenti parecchie statue di santi, tra cui quella dedicata proprio a Sant’Agata, che rappresentano un importante esempio del patrimonio artistico locale. Altra meta di sicuro interesse è il quartiere Rabato dove, oltre alla Chiesa Madre, si può visitare la chiesa di Maria S.S. del Carmelo, costruita nel 1185. In questo quartiere viene anche allestito un bellissimo presepe vivente, che costituisce un’altra attrazione di richiamo per molti turisti. Infine, il Museo Etnoantropologico, situato nel Convento dei Padri Carmelitani, presenta la riproduzione di ambienti tipici delle case di fine Ottocento, con attrezzi, utensili e suppellettili dell’epoca. Sono, inoltre, esposti gli arnesi che testimoniano le diverse attività: quelle artigiane e dei contadini, ma anche medici, veterinari etc. In questo museo si trova anche una pregevole e vasta esposizione di manifesti di fine Novecento, di sicuro richiamo per gli appassionati.