Cos’è un affetto stabile? Per lo psichiatra “anche la mia pecora Carolina”

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Massimo Di Giannantonio, presidente eletto della Societa' italiana di psichiatria, interpellato dalla Dire su cosa sia un affetto stabile Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “C’e’ differenza tra gli affetti stabili che abbiamo con gli altri esseri umani e quelli con gli animali? Io, ad esempio, ho una relazione privilegiata con Carolina, una pecora che allevo nel mio giardino. Possiamo dare e ricevere piu’ affetto dagli animali e meno dagli esseri umani, soprattutto da quegli animali da cui non ci aspetteremmo tanto”. Risponde cosi’ Massimo Di Giannantonio, presidente eletto della Societa’ italiana di psichiatria, interpellato dalla Dire su cosa sia un affetto stabile.

Gli amici rientrano negli affetti stabili? “Gli affetti possono essere declinati in una dimensione verticale, che vede il legame verso la figura materna, paterna, i nonni e i figli- continua lo psichiatra- e in affetti orizzontali, quelli verso il partner, il coniuge, l’ex partner e per gli amici che non hanno consanguineita’, ma un’affinita’ empatica emozionale. E la stabilita? Cosa si intende per affetto stabile?- chiede Di Giannantonio- Sono io che provo affetto stabile verso qualcuno, al di la’ della corrispondenza, o questo affetto per definirsi stabile deve essere corrisposto da entrambe le parti o da parti plurime? Parliamo di affetto o di affetti? Parlo, ad esempio, dell’affetto verso un singolo membro della famiglia oppure verso la famiglia nel suo insieme?”, si chiede ancora lo psichiatra.

Per venire incontro alle parole del presidente del Consiglio Conte, Di Giannantonio spiega che “la stabilita’ degli affetti si riferisce evidentemente alle relazioni stabilite e mantenute nel tempo. La dimensione diacronica nella relazione affettiva stabilizzata sottolinea a fini della Salute pubblica- continua il professore universitario- una garanzia nell’incontrare una persona della quale posso prevedere il suo status clinico, perche’ conoscendo l’ambiente che frequenta e sono rassicurato sul gradiente di rischio che ho nell’incontrarla. Se vedo, invece, qualcuno con cui non ho una relazione stabile, posso pensare che abbia corso dei rischi infettivologici. Queste sono tutte categorie applicabili anche alla mia pecora Carolina“, chiosa lo psichiatra.

Il tema, dunque, e’ quello della continuita’ e del mantenimento diacronico della relazione. “In questo senso- aggiunge- il migliore amico o la migliore amica e’ una relazione affettiva stabile“.

Senza dubbio dalla fase due “ne usciremo solo vivendo- conclude sorridendo Di Giannantonio- perche’ se dovessimo contrarre il virus e morire non ne usciremmo mai piu’. L’ironia e’ sicuramente l’unica medicina“.

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