Così sono stati portati in casa famiglia i fratellini di Cuneo

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SPECIALE MAMME CORAGGIO | La mamma ha potuto sentire al telefono la figlia di 14 anni, che le ha raccontato i fatti Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “La casa dei nonni paterni era invasa da carabinieri. Erano a ogni uscita, a ogni porta. I miei figli si sono abbracciati, erano spaventati e in lacrime, e a Laura (nome di fantasia) una di queste persone ha detto: ‘O mi dai tua sorella con le buone o con le cattive’. La piccola Maria (nome di fantasia) di 6 anni è stata portava via così, mentre piangeva”. E’ il racconto che Laura, 14 anni, ha riportato a sua mamma quando ha avuto la possibilità di sentirla al telefono, solo qualche giorno fa, e che Alma ha riferito alla Dire. Il caso è quello dei 4 fratelli di Cuneo, divisi e trasferiti in casa famiglia, e che hanno dato vita a uno ‘sciopero della fame a staffetta’ per tornare insieme e con la mamma.

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“Mentre ripercorreva gli eventi di quel giorno- ha detto ancora Alma- Laura piangeva”. Ora si trova appunto in casa famiglia, separata dai suoi fratelli, e alla mamma ha descritto quei momenti, riportando anche le parole della nonna paterna, la quale, mentre i bambini venivano portati via, le sottolineava che “tutto sta accadendo perché avevate continuato a dire quelle cose su vostro padre”. I quattro fratellini di Cuneo hanno accusato il papà di molestie sessuali, “ma sotto perizia è finita la madre”, ha sottolineato il suo legale, considerata ‘alienante’.

I quattro sono stati trasferiti prima presso i nonni paterni, poi in casa famiglia, e non sono stati mai auditi da un giudice. L’avvocato della mamma, in conferenza stampa nei giorni scorsi alla Camera dei deputati, ha parlato di “condizionamento degli uffici giudiziari” e ha chiesto spiegazioni sul “peso di don Domenico Ricca, zio del sospetto pedofilo”.

Ai miei figli hanno tolto i telefoni, e quando hanno chiesto di riaverli è stato detto loro che non si sa quando sarà possibile” ha continuato la mamma, sempre riportando i racconti avuti da sua figlia.

“Gli assistenti sociali hanno detto ai miei figli che non potevano chiamare l’avvocato, Domenico Morace, e tantomeno me. Sono stati trattati peggio dei detenuti. E’ stata la responsabile della comunità di Laura a permetterle di sentirmi. Quale malvagità contro dei bambini…”. E pensando alla più piccola, Alma spera “che possa dimenticare”. E intanto attende di poterla sentire al telefono: “Ha solo 6 anni”.

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