Cossutta: “La Casa delle Donne trattata come un’inquilina morosa, proposte inaccettabili”
- Redazione
- 27/07/2020
- Donne
- redazioneweb@agenziadire.com
"Debito aggiornato a 1 milione, no alla rateizzazione voluta dal Campidoglio" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – Dal Campidoglio “proposte irricevibili, inaccettabili e provocatorie. La Casa viene tratta come un’inquilina morosa. Se continuiamo cosi’ sara’ la morte della Casa, perche’ non ce la facciamo“. Cosi’, all’agenzia di stampa Dire, Maura Cossutta, presidente della Casa Internazionale delle Donne, che stamattina ha incontrato, con una delegazione, l’assessora al Patrimonio e alle Politiche Abitative del Comune di Roma, Valentina Vivarelli, a proposito della difficile trattativa col Campidoglio in piedi da diversi mesi sulla permanenza nel complesso del Buon Pastore, in via della Lungara 19, e sul debito.
“L’incontro non e’ andato bene- spiega Cossutta– Non erano presenti ne’ la sindaca Virginia Raggi, ne’ la delegata alle Politiche di genere, Lorenza Fruci. C’era solo l’assessora Vivarelli, come se la nostra fosse solo una questione di contabilita’ legata al patrimonio e non una questione politica. La nostra proposta di transazione non e’ stata presa in considerazione, e’ come se si ricominciasse da capo. Hanno ribadito che il debito va rateizzato, ci e’ stato detto che ci arrivera’ una nota per comunicarci che e’ stato aggiornato a un milione di euro, nonostante da agosto del 2018 sia stata revocata la Convenzione. Abbiamo proposto un tavolo per la rivalutazione del debito e del valore economico dei servizi, anche perche’ la Regione Lazio ha fatto uno studio con gli indicatori dei servizi di valore sociale, ma non hanno voluto”.
Continua Cossutta: “La loro idea e’ dilazionare, andare avanti, scaricare sul futuro la responsabilita’ e chiedere la rateizzazione, come e’ scritto nella norma transitoria della bozza di regolamento sui beni immobili non disponibili contestato dal mondo dell’associazionismo, per cui tutte le associazioni che sono morose possono stare ancora tre anni nell’immobile, ma devono rateizzare il debito”. Ma “se mi proponi la rateizzazione- sottolinea- vuol dire che non accetti la transazione economica, che ha in se’ la fine del contenzioso”. “Siamo in difficolta’ estrema, non abbiamo certezza, non possiamo partecipare ai bandi”, aggiunge Cossutta. La Casa in questi anni “ha continuato a garantire i servizi, pagare le utenze e fare la manutenzione straordinaria”, ricorda. Eppure, anche se “durante il Covid c’e’ stata una devastazione sociale” loro rispondono come se nulla fosse, ributtando la Casa Internazionale nel problema economico, invece di pensare a cio’ che rappresentiamo. Il Consiglio comunale ha votato all’unanimita’ la proposta di Atac- ricorda parlando con la Dire la presidente della Casa- una mozione sul fatto che, in analogia con quanto successo in Europa con la sospensione del patto di stabilita’, anche il Comune si deve attrezzare per valorizzare i beni comuni, mostrando attenzione a mutui e debiti. La risposta e’: rateizzate? Noi speravamo nella ripresa della trattativa, anche perche’ a febbraio ci sembrava di aver intravisto uno spiraglio per aprire un tavolo per la rivalutazione del debito- confessa Cossutta– La responsabilita’ e’ della sindaca. Altro che ‘le donne unite fanno la differenza’, come aveva detto. La disponibilita’ nei confronti delle donne noi non la vediamo per niente”.
Per discutere dei risultati di questo incontro in Campidoglio la Casa Internazionale chiama, quindi, a raccolta sostenitrici e sostenitori per un’assemblea pubblica che si terra’ domani alle ore 19: “Chiederemo di aprire un tavolo politico con la Regione e a livello nazionale per affrontare il tema dei luoghi delle donne, che e’ dentro la questione degli spazi sociali- chiarisce Cossutta– Difendere gli spazi femministi e’ fondamentale, tanto piu’ dopo il Covid. Occorre dare un po’ di risposte all’altezza del dramma della situazione”, conclude.
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