DA ASSOGENERICI ALLARME SUI PREZZI DEI FARMACI
Un comparto che opera con costanza a livello internazionale, soprattutto in Europa, ma che necessita di una riorganizzazione dello scenario nazionale. È quanto emerge dal primo rapporto dell’osservatorio sul "Sistema dei farmaci generici in Italia", realizzato da Nomisma per Assogenerici. Il rapporto – spiega l’Associazione nazionale delle industrie dei farmaci generici e biosimilari – presenta l’immagine di un comparto capace di produrre un impatto sull’economia del Paese pari a 8 miliardi, ma segnato dall’aumento dei costi di produzione che, tra il 2010 e il 2016, sono cresciuti del 69%, superando di 2 punti il trend positivo dei ricavi (+67%), complice principalmente la crescita delle materie prime (+4,2%). Da questo punto di vista, risulta significativo l’andamento del margine operativo lordo: -45% nel quinquennio in esame, -25% nell’ultimo anno.
"Dal 2010, la continua pressione verso il basso dei prezzi dei farmaci generici ha costantemente eroso la marginalità lorda delle imprese del comparto. Il pericolo è che si sia toccato un 'livello critico' dei prezzi, al di sotto del quale la sostenibilità economica di molte imprese potrebbe risultare a rischio", ha spiegato il presidente Assogenerici Enrique Häusermann, al quale sono state affidate le conclusioni dei lavori. "Per Aifa, ribadisco un concetto non scontato: tutti coloro che lavorano nel segmento sono interessati ad avere un’industria in salute, innovativa e competitiva anche a livello internazionale", ha detto Luca Li Bassi, direttore generale Aifa, nel corso della tavola rotonda.
Tra il 2009 e il 2016 il settore farmaceutico ha incrementato costantemente le proprie esportazioni, passando dall’esportare il 55% della produzione nazionale nel 2009 all’86% nell’arco di otto anni, come sottolineato da Lucio Poma, responsabile scientifico area industria e innovazione di Nomisma. Dallo studio, osserva Nomisma, emergono segnali di disagio dalle dinamiche dei meccanismi di gara, che presiedono a tutte le forniture ospedaliere. Fra il 2016 e il 2018, l’incidenza in volume dei generici sulla farmaceutica ospedaliera è cresciuta di quattro punti percentuali (dal 23,4% al 27,3%), ma la quota in valore è aumentata solo dello 0,3%. Nello stesso arco di tempo risulta decisamente in aumento anche la percentuale dei lotti non aggiudicati (dal 21,5% del 2010 al 24,4% del 2018). «Ribadisco la nostra disponibilità a intraprendere percorsi di mutuo vantaggio, con il fine di garantire il miglior accesso possibile alle cure per i pazienti», ha detto Armando Bartolazzi, sottosegretario al ministero della Salute.
«Ci sono grosse opportunità di sviluppo, ad esempio, nella possibilità di rivedere l’organizzazione della produzione dei farmaci, cercando di ottimizzare alcuni passaggi della produzione per più realtà industriali. Un’altra grande opportunità potrebbe derivare da un impatto, da parte vostra, sui cosiddetti farmaci innovativi, che al momento hanno prezzi troppi elevati. Se riuscirete a sostituirli con farmaci biosimilari, il governo sarà sicuramente disposto a darvi una mano. Abbiamo davanti sfide che impongono al settore farmaceutico di modularsi diversamente. Il vostro business è anche il nostro business; più lavoriamo in sintonia e più il sistema sanitario nazionale risparmia fondi», ha aggiunto Bartolazzi nel suo discorso di chiusura. «Non possiamo pensare che i margini si riducano, altrimenti non si può investire in ricerca, innovazione tecnologica e nella creazione di nuovi posti di lavoro», ha concluso Enrique Häusermann, presidente di Assogenerici.