Dagli oppiacei alla cocaina, il Canada vuole depenalizzare il possesso di queste droghe per aiutare i tossicodipendenti a chiedere aiuto
Lo stato della British Columbia, in Canada, conta ogni anno migliaia di vittime per overdose di droga: un dramma silenzioso che ha tutti i tratti di una vera e propria emergenza sociale e sanitaria, verso cui le autorità locali sembrano essere impreparate.
Per provare a spingere i tossicodipendenti, spesso giovanissimi, a chiedere aiuto senza il rischio di essere condannati per possesso o spaccio di sostanze stupefacenti, il Governo canadese ha annunciato l’avvio di un esperimento: depenalizzare il possesso di piccole quantità di droghe in modo da eliminare la paura dell’arresto.
L’esperimento, che durerà per un periodo di tre anni, non legalizza di fatto l’uso delle droghe, ma solo il possesso di sostanze stupefacenti fino a 2,5 grammi per uso personale. L’esenzione riguarderà il possesso di oppioidi, cocaina, metanfetamine, ecstasy, e si rivolgerà ai possessori dai diciotto anni in su.
Come spiegato dalla responsabile della sanità pubblica nazionale, Theresa Tam, la paura della criminalizzazione impedisce a molti tossicodipendenti di chiedere aiuto per uscire dal tunnel della dipendenza, aumentando i rischi per la propria salute – con conseguenze troppo spesso fatali: l’uso di sostanze stupefacenti diventa così un problema sanitario e non più criminale.
Si pensi che, dal 2016 ad oggi, nella British Columbia si sono registrati quasi 10.000 decessi connessi all’uso di droghe – 2.224 solo nello scorso anno. Il sindaco di Vancouver sta monitorando da vicino la situazione attraverso registrazioni dei decessi che settimanalmente aggiungono una decina di nuovi nomi alla lunga lista delle vittime della droga.
Se fino ad ora il governo nazionale ha fatto “orecchie da mercante” e ha insabbiato una problematica tanto grave e capillarmente diffusa, ora sembra indispensabile fare qualcosa per invertire la tendenza drammatica. Usare la droga da soli, nell’ombra dell’illegalità, significa non poter chiedere aiuto a nessuno e morire da soli – sottolineano i promotori dell’iniziativa.
La legalizzazione non vuole essere quindi un modo per normalizzare una tendenza dannosa per la salute, ma solo un modo per tendere una mano a chi è in difficoltà e provare ad aiutarlo prima che sia troppo tardi.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Fonte: The Guardian
Ti consigliamo anche:
- Troppa droga gettata nei WC, rischio overdose per gli animali
- L’Onu toglie la cannabis dalla tabella degli stupefacenti e la riconosce come sostanza terapeutica dopo 50 anni
- Torna dopo 2 anni passati in comunità ma la sua casa è in pessime condizioni. Tutto il paese si mobilita per aiutarlo