D’Amato in visita a Unicusano: “Sulla prevenzione del Covid è un modello da seguire”

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L'assessore alla Sanità: "Sul fronte della sicurezza e prevenzione può essere preso ad esempio per tutta la rete formativa del Lazio"

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ROMA – L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ha visitato la sede romana di via don Gnocchi dell’Università Niccolò Cusano per osservare le misure di prevenzione anti-covid messe in atto dall’ateneo a tutela dei propri studenti e dipendenti. Insieme a lui anche i consiglieri Chiara Colosimo e Antonello Aurigemma che si sono sottoposti al test sierologico, a risposta immediata, prima di entrare in ateneo dove sono stati accolti dal rettore Fabio Fortuna e dal presidente dell’Università Stefano Ranucci.

Il modello Unicusano sul fronte della sicurezza e prevenzione può essere preso ad esempio per tutta la rete formativa del Lazio– ha dichiarato l’assessore- Si è sempre parlato di ciò che accadeva nella Sanità del nord, ma anche noi nel Lazio abbiamo fatto un ottimo lavoro. Stiamo lavorando su un vaccino made in Italy e questo vaccino se tutto andrà nel modo giusto dovrà essere un bene pubblico, un bene di tutti accessibile e gratuito. Sul fronte delle diagnosi e dei test seguiamo l’evoluzione scientifica e tecnologica. La diagnosi va fatta con i tamponi molecolari. Oggi il test molecolare più veloce impiega 3 ore per diagnosi. Per le attività di screening che faremo per le scuole ci sarà il prelievo naso-faringeo, ma dopo il test antigenico bisogna fare anche il test molecolare”.

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Presente anche il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, che ha aggiornato i presenti sulla sperimentazione del vaccino per il Covid-19 portata avanti allo Spallanzani. “Siamo nella fase 1 la fase della sicurezza e della immunogenicità abbiamo inoculato delle dosi ad alcuni soggetti volontari, attendiamo fine ottobre inizio novembre, per cominciare a tirare le prime somme, se saranno confortanti inizierà la fase 2 e la fase 3 che ci potrebbero portare al vaccino. Non dobbiamo correre, bisogna andare con calma, consci del fatto che stiamo facendo un buon lavoro e che i miei colleghi ricercatori che ci stanno lavorando lo fanno con grande passione, ma anche con una buona dose di ottimismo; ciò non toglie che dobbiamo essere molto prudenti”.

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