Depressione post coito, colpisce anche gli uomini
La depressione post coito non colpisce solo le donne. Anzi, tra gli uomini è più comune di quel che si pensi, a riprova che anche la sessualità maschile è più complessa di quanto si tenda a pensare.
L’espressione depressione post coito – o Post coito Disforia (PCD) indica la sindrome con alterazione dello stato umorale dopo il rapporto sessuale.
In inglese è conosciuta con l’acronimo PD dall’espressione «post-sex blues» proprio da quell’insieme di emozioni di tristezza, malinconia, irritazione che molte donne sperimentano dopo il sesso.
Nonostante gli studi dimostrino una maggiore incidenza nel genere femminile, non è detto che non possa succedere anche agli uomini, anzi.
A sostenere questa tesi è una ricerca condotta dai professori Maczkowiack e Schweitzer della School of Psychology and Counseling della Queensland University of Technology. I ricercatori hanno svolto lo studio su un campione di 1.208 uomini, provenienti da diversi paesi fra cui Russia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti, Australia e Germania, di età compresa fra i 18 e gli 80 anni.
Lo strumento utilizzato nello studio è stato un questionario online anonimo, che indagava i vissuti e gli eventuali sintomi postcoitali. Le emozioni descritte nel questionario variavano dal «Non voglio essere toccato e voglio essere lasciato solo» a «Mi sento insoddisfatto, infastidito e molto irrequieto» a «Tutto quello che voglio veramente è andarmene e distrarmi da tutto ciò a cui ho partecipato» e un generalizzato senso di vuoto.
I risultati della ricerca hanno evidenziato che il 41% degli uomini aveva sperimentato la depressione post coito (Pcd) nella propria vita, almeno il 20% aveva esperito la patologia nell’ultimo mese e il 4% ne soffriva regolarmente.
Per quanto riguarda le cause, i ricercatori sostengono che non hanno ancora individuato cause certe sull’incidenza della disforia post coito. Potrebbero c’entrare cause organiche, come sbalzi molecolari degli specifici ormoni implicati nell’attività sessuale (come il calo repentino delle endorfine e dell’ossitocina) o piscologiche, gli abusi sessuali infantili, le passate esperienze negative con la sessualità e una generale sofferenza psicologica.
Questo, ovviamente, apre la strada a un discorso più ampio di prevenzione e di terapia per il benessere psicologico e sessuale per tutti, uomini e donne.
Secondo il professor Schweitzer, i risultati indicano appunto che l'esperienza del sesso maschile potrebbe essere molto più varia e complessa di quanto si pensasse prima.
«Le prime tre fasi del ciclo di risposta sessuale umano, come eccitazione e orgasmo, sono state al centro della maggior parte della ricerca fino a oggi – ha continuato il professor Schweitzer – Ma l'esperienza della fase di risoluzione rimane un po' un mistero ed è quindi poco conosciuta».
In generale, gli psicologi dello studio propongono alcune soluzioni alla disforia post coitale maschile e femminile: coccole e intimità anche dopo il rapporto: «È emerso che le coppie che si impegnano a parlare, baciarsi e coccolare dopo l'attività sessuale riportano una maggiore soddisfazione sessuale e relazionale, dimostrando che la fase di risoluzione è importante per il legame e l'intimità».
LEGGI ANCHE
Depressione post coito, una sindrome provata da quasi metà delle donne
Benessere sessuale, l'Italia secondo gli esperti
Amore: se c'è, ci si dà dei nomignoli
Picchi sessuali, sai cosa sono?
Amore, 6 cose da avere in comune perché funzioni
Amore e relazioni, i segreti bizzarri e poco convenzionali delle coppie che funzionano
Quanti rapporti sessuali bisogna avere per considerarsi una coppia "normale"
Relazioni, il segreto delle coppie che funzionano
Coppia, le cose strane che si fanno in una relazione (che difficilmente si rivelano)
Sesso, ecco perché serve per far funzionare la relazione
Sesso, come è cambiato negli ultimi 50 anni: la cruda verità
Sesso, le domande che cambiano il tuo modo di vederlo
Sexual positivity, che cos'è e perché può renderci persone migliori
Benessere sessuale, la formula magica per raggiungerlo e perché è importante