Differenze mamma e papà sul lavoro
Troppe differenze sul lavoro tra uomo e donna: perché dalle mamme si pretende sempre di più.
“Non ho mai conosciuto una donna che non abbia la paura di non riuscire a conciliare la carriera con i figli e il matrimonio. Non ho mai conosciuto un uomo che abbia questa paura”
Queste le parole di Wilma Faissol Facchinetti, moglie di Francesco Facchinetti, che oggi vi riproponiamo per riflettere su un tema importante: le differenze tra mamma e papà.
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Quasi più nel profondo tra donna e uomo, tra moglie e marito. Sì perchè ancora oggi nel 2020 siamo qui a parlare di differenze abissali di due ruoli fondamentali nella vita di coppia e della famiglia con i bambini.
Una donna che lavora non sempre ha gli stessi vantaggi di un uomo che lavora. Una donna che lavora deve rispondere a se stessa, ma anche alla società e alla famiglia, cercando sempre di rispondere alle esigenze di tutti, mentre da un uomo non ci si aspetta questo. Gli uomini fanno, quello che possono. Se non riescono non vengono giudicati tanto quando una donna.
Questo perché sembra che ad una donna si faccia quasi un favore certe volte, sembra che le sia dia l’opportunità di mostrare ciò che sa fare. Ad un uomo invece il posto è quasi di per se garantito. Questo perché, seppur ci stiamo lavorando tutti ad un cambiamento, la nostra società è ancora fortemente maschilista. Mi sbaglio? Non credo.
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Le donne oggi assumono ruoli importanti, di rilievo e spessore, ma quanti altri posti importanti sono ricoperti da uomini (molto spesso anche incapaci!)?
Una donna, una moglie, una mamma, ha sempre timore di non essere all’altezza delle aspettative degli altri e quindi ha intrinseco il bisogno di dimostrare il suo valore, il suo talento, le sue capacità organizzative.
Quante volte vi sarà capitato anche di essere al lavoro, magari fate il part time per poter poi correre a casa dai figli e dagli impegni familiari e vi sarete sentite dire “Ah, ma tanto tu fai il part time“, come se il vostro lavoro contasse meno di quello degli altri.
Spesso i datori di lavoro non si rendono conto, come anche i colleghi, che una donna, una mamma, che lavora mezza giornata, in quelle 4 o 6 ore deve fare ciò che gli altri fanno in 8. E magari i vostri colleghi che “lavorano” 8 ore si prendono pure pause più lunghe, ma a nessuno importa. Se però voi non fate più degli altri sembrate delle privilegiate. Vi sembra giusto?
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Ad un uomo verrebbe mai questa paura? La paura di non riuscire a conciliare tutto? La paura di non saper organizzare la vita familiare e gli impegni lavorativi? Io non credo.
Penso che ci sia ancora molto lavoro da fare. Penso che alla base manchi il rispetto, ma parlo anche di noi donne, perché come si dice… il cambiamento viene prima da noi stesse e poi si passa agli altri. Se noi per prime soffriamo ancora di queste differenze tra mamma e papà, tra donna e uomo, tra moglie e marito, tra lavoratrice e lavoratore, allora dovremmo cercare di fare noi la differenza.
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