Diritti, Stango (Fidu): “Con il Covid, più autoritarismo nel mondo”

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EPIDEMIA AUTORITARIA

L'allarme durante la presentazione del report al Senato Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “Durante la pandemia di Covid-19 molti Paesi hanno compresso le liberta’ fondamentali e questo si registra sia nei cosiddetti ‘regimi autoritari’ sia in alcuni Paesi democratici”. A lanciare l’allarme e’ Antonio Stango, presidente della Federazione italiana diritti umani (Fidu), organizzazione che insieme alla Fondazione Open Dialogue (Odf) ha realizzato il report “L’epidemia autoritaria: la tutela dei diritti umani durante l’emergenza Covid-19”, presentato stamani alla Sala Nassiriya del Senato. Grazie a dati e testimonianze raccolte da associazioni e attivisti presenti sul campo, la Fidu e l’Odf hanno realizzato dei focus su Cina, Iran, Federazione russa, Turchia, Kazakistan e Moldavia, accomunati da fenomeni quali la censura dei media nella diffusione di notizie sul coronavirus, oppure minacce, multe o arresti contro chi ha criticato le istituzioni. “Come in Iran- continua Stango- dove i dati ufficiali parlano di 70.000 contagi ma potrebbero essere sette volte di piu'”.

I DATI DEL REPORT

In Turchia, il report rivela da un lato, un’ondata di arresti a danno di giornalisti e blogger che hanno diffuso dati su contagi e decessi diversi da quelli dei media ufficiali.
Dall’altro, solleva il tema della legge sull’amnistia per i detenuti promossa ad aprile dal governo del presidente Recep Tayyip Erdogan per scongiurare i contagi, e che secondo i difensori dei diritti umani “e’ discriminatoria e arbitraria”, in quanto ha sistematicamente escluso dalla possibilita’ di godere dei domiciliari i prigionieri di coscienza. Secondo Fidu e Odf, sui 300.000 cittadini dietro le sbarre in Turchia, non meno di 50.000 sarebbero manifestanti, giornalisti, oppositori politici, insegnanti, artisti, avvocati, intellettuali “accusati di far parte di movimenti terroristi”, per aver “contestato il governo”.

In Paesi europei come il Kazakistan e la Moldavia la situazione non e’ migliore, come ha illustrato Paola Gaffurini della Fondazione Open Dialogue: in Kazakistan, 16.000 persone sono finite in manette per aver violato il lockdown, mentre 80 tra attivisti e blogger “sono stati minacciati, multati o incarcerati per aver diffuso dati sull’epidemia oppure critiche contro il governo per la gestione dell’emergenza”. In Moldavia, ha aggiunto la ricercatrice, “200 manifestanti pacifici sono stati accusati di appartenere a un movimento sovversivo che altro non e’ se non un gruppo d’opposizione”.

“Parlare di questi temi in un luogo come il Senato e’ fondamentale” ha commentato il promotore della conferenza, il senatore Pd Roberto Rampi, membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Rampi, assicurando “azioni parlamentari” a salvaguardia dello Stato di diritto in quei Paesi, ha anche incoraggiato l’adozione della legge Magnitsky promossa da Fidu e Odf, che permette di imporre sanzioni economiche individuali contro chi viola i diritti umani. “Oltre la vuota retorica dei singoli politici e dei partiti, sarebbe utile trovare un accordo trasversale”, ha concluso.

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