Distanti ma carichi, ‘I Mortali’ Colapesce e Dimartino a Bologna “resuscitano” il live

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Romantici senza miele, Colapesce e Dimartino cantano e raccontano i loro 'Mortali difetti' sul palco creando un'atmosfera intima, in connessione diretta con lo spettatore

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colapesce concerto

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BOLOGNA – Una serata tra ‘I mortali’ per sentirsi un po’ più vivi. Colapesce e Dimartino arrancano un po’, ma nel complesso funzionano bene, anzi benissimo, e per la seconda serata di “Tutto molto bello”, il festival bolognese che unisce musica e calcetto, presentano un live che in poco meno di due ore smorza il dispiacere dei concerti annullati a causa del coronavirus.

Lorenzo Urcillo (Colapesce) e Antonio Di Martino (Dimartino) ieri sera sul palco dell’Arena Puccini al Dlf non sono stati perfetti, sono appunto ‘mortali’. “I mortali” è infatti il titolo del loro disco a quattro mani, uscito il 5 giugno. I due cantautori siciliani suonano tutte le dieci canzoni del loro ultimo lavoro in versione riarrangiata per un live inizialmente pensato per i teatri.

Sul palco con loro, che per tutto il concerto si tengono a grande distanza nelle loro postazioni tra chitarra e pianoforte, ci sono il polistrumentista KWSK Ningia e Gaetano Santoro al sax. Insieme danno vita a uno spettacolo esteticamente minimale (niente video-immagini-scritte di contorno) ma musicalmente ricco. E dopo un periodo nel quale le esibizioni sono state forzatamente limitate a dirette sui social e su zoom, di un live del genere si sentiva davvero bisogno.

I protagonisti, come cantano ne “Il primo semestre” vogliono essere “lasciati soli come cantautori” e scherzando sul palco su come ‘costruire’ una canzone (“strofa-ritornello-strofa. Parliamo anche del Covid o solo dell’amore?”) si scambiano anche la giacca, il look che insieme alle camicie è un po’ il loro segno distintivo. Tradizionali e retrò.

Oltre al nuovo album, il duo mette in scaletta anche alcune delle sue canzoni più famose, da “Satellite” a “Ti attraverso” di Colapesce, a “Non siamo alberi” e “I Calendari” di Dimartino. Piccole scivolate su “Luna Araba” e “Totale”- che si notano di più forse perché abituati a sentirle in radio- recuperate con gli altri brani, che nella nuova versione live sembrano ancora altre canzoni. Insomma, “che calore, ti regalerò un estintore per le paranoie”, come direbbero il duo.

I due cantautori siciliani chiudono il concerto con un omaggio al loro maestro, musicale e di stile, Franco Battiato. E se “l’animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai, mi rende schiavo delle mie passioni”, ieri sera è stato tutto un po’ scanzonato e condito con “leggerezza e stupidità”, citando i versi de L’animale di Battiato. Romantici senza miele, Colapesce e Dimartino cantano e raccontano i loro ‘Mortali difetti’ sul palco creando un’atmosfera intima, in connessione diretta con lo spettatore. La chiave giusta per un concerto vincente nell’era post lockdown, ora che è vietato ballare, abbracciarsi e baciarsi. In fondo, sono proprio loro a cantare “è un istinto primordiale cercare di stare bene”.

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