Donini: “In Emilia-Romagna non arretriamo sui punti nascita”
- Andrea Sangermano
- 21/07/2020
- Emilia Romagna, Sanità
- a.sangermano@agenziadire.com
L'assessore alla Sanità: "Riaprirli è obiettivo di mandato, quello che diciamo lo facciamo". Il M5s preme: "Accelerare" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
BOLOGNA – L’Emilia-Romagna conferma che la riapertura dei punti nascita in montagna “è un obiettivo di mandato”. E prova così a tranquillizzare sia il Pd sia la Lega, che invocano un programma concreto e definito di riapertura. Mentre i 5 stelle esortano la Giunta Bonaccini ad accelerare. “Quello che diciamo, lo facciamo- afferma Raffaele Donini, assessore regionale alla Sanità, oggi in commissione- confermo come l’obiettivo di mandato di questa Giunta sia il valorizzare e potenziare i piccoli ospedali territoriali sia riaprire i punti nascita in montagna, per noi prioritari. Ci siamo impegnati fin da subito arrivando a un protocollo per la nascita in sicurezza, poi però abbiamo dovuto fare i conti con l’emergenza coronavirus che ha assorbito tutte le nostre energie. Ma non arretriamo rispetto agli impegni presi”.
Sul tema è intervenuto oggi anche il governatore Stefano Bonaccini, nel corso di un seminario web organizzato dalla Cisl-Fp nazionali. “Li abbiamo chiusi, rispettando le regole, ma ora li riapriremo tutti– assicura Bonaccini- chiudendoli non ci ha capito nessuno, perchè è passato il messaggio non di maggiore sicurezza ma di un taglio ai servizi. Ora però mi si deve spiegare come garantire la sicurezza delle mamme e dei nascituri e come trovare il personale da mandare in montagna, pagandoli di più. Il problema non è quanto costano ma a cosa servono, anche perchè che risparmio volete che sia la chiusura di quattro punti nascita su un bilancio di nove miliardi di euro?“. Le rassicurazioni di Donini e Bonaccini però non sono sufficienti per Silvia Piccinini, consigliera regionale M5s. “La Regione deve accelerare- afferma- deve essere una priorità assoluta. Siamo soddisfatti del fatto che la Regione, dopo averli chiusi, abbia messo tra i suoi obiettivi di mandato la riattivazione dei punti nascita, ma di certo questo non basta per garantire a mamme e bambini che vivono in montagna un’assistenza sanitaria degna di questo nome. Bene dunque che con il Governo si sia già avviato un confronto sul tema della riapertura, ma crediamo che adesso si debba passare dalle parole ai fatti”. Da settimane, incalza Piccinini, “Bonaccini e la sua Giunta si sono impegnati nel far passare il messaggio che tutto debba ripartire al più presto. Noi ci aspettiamo che questa regola sia applicata anche in ambito sanitario, sia con la riapertura dei punti nascita ma anche con la riprogrammazione delle visite sanitarie congelate durante il lockdown e sulle quali siamo ancora molto indietro”, afferma la consigliera M5s.
Secondo il leghista Simone Pelloni, ora “serve avere un cronoprogramma certo e serio per la riattivazione dei punti nascita, altrimenti le promesse finiranno per sommarsi ad altre promesse”. E rileva: “L’annuncio del consigliere Taruffi, che ha dato un anno di tempo per la riapertura del punto nascita di Porretta Terme, nel bolognese, non è stata in realtà confermata da Donini, il quale ha invece affermato che per ora la Regione si è concentrata sulle conseguenze della pandemia”. Del resto, rileva il leghista, “non ci risulta che sia stata ancora avanzata alcuna richiesta di modifica del decreto dell’ex ministro Lorenzin. Quindi, a livello della Regione, è ancora tutto da fare nonostante gli annunci trionfali”.
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