Ecco un altro motivo per bere più acqua: scoperto nuovo effetto benefico della giusta idratazione sul tuo cuore

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Rimanere ben idratati è un’abitudine quotidiana che purtroppo viene parecchio sottovalutata. Bere la quantità di acqua necessaria per il corretto funzionamento del nostro organismo apporta numerosi benefici per la nostra salute, poiché ci aiuta ad eliminare le tossine e le sostanze di scarto, normalizza la temperatura corporea, disintossica e purifica l’organismo, agevola il trasporto di nutrimento alle cellule e aiuta la digestione. (Leggi anche: Sai davvero quanti bicchieri d’acqua dovresti bere al giorno in base alla tua età?)

Un recente studio suggerisce che una corretta idratazione è associata a un rischio ridotto di sviluppare un’insufficienza cardiaca. Bere quantità sufficienti di liquidi durante la vita non solo supporta il funzionamento essenziale del corpo, ma può anche ridurre il rischio di gravi problemi cardiaci in futuro. Esploriamo lo studio più nel dettaglio.

Lo studio

L’insufficienza cardiaca è una condizione cronica che si sviluppa quando il cuore non pompa abbastanza sangue per i bisogni del corpo ed è più comune tra gli adulti di età pari o superiore ai 65 anni. Natalia Dmitrieva, una delle ricercatrici dello studio pubblicato sullo European Heart Journal, ha affermato:

Simile alla riduzione dell’assunzione di sale, bere abbastanza acqua e rimanere idratati sono modi per mantenere in salute i nostri cuori e che riducono i rischi di sviluppare malattie cardiache.

Dopo aver condotto studi che suggerivano connessioni tra disidratazione e fibrosi cardiaca, un indurimento dei muscoli cardiaci, i ricercatori hanno cercato associazioni simili in studi sulla popolazione su larga scala. Hanno quindi analizzato i dati di oltre 15.000 adulti di età compresa tra 45 e 66 anni che non soffrivano diabete, obesità o insufficienza cardiaca per un periodo di 25 anni.

Si sono osservati i livelli di sodio sierico, che aumentano al diminuire dei livelli di liquidi nel corpo, i quali hanno aiutato anche a identificare i partecipanti con rischio maggiore di sviluppare un’insufficienza cardiaca. Gli adulti che avevano livelli di sodio sierico a più di 143 milliequivalenti per litro (mEq/L), quando un intervallo normale è 135-146 mEq/L, avevano un rischio maggiore del 39% di sviluppare insufficienza cardiaca rispetto a chi aveva livelli inferiori. In una coorte di circa 5.000 adulti di età compresa tra 70 e 90 anni, quelli con livelli di sodio sierico di 142,5-143 mEq/L avevano il 62% in più di probabilità di sviluppare ipertrofia ventricolare sinistra. I livelli a partire da 143 mEq/L erano correlati con un rischio aumentato del 102% di ipertrofia ventricolare sinistra e un rischio aumentato del 54% di insufficienza cardiaca.

Sulla base di questi dati, gli autori concludono che livelli di sodio sierico superiori a 142 mEq/L nella mezza età sono associati a maggiori rischi di sviluppare ipertrofia ventricolare sinistra e insufficienza cardiaca più avanti nella vita.

Saranno necessari ulteriori studi per confermare questi risultati preliminari, hanno affermato i ricercatori. Tuttavia, queste prime ipotesi suggeriscono che una buona idratazione può aiutare a prevenire o rallentare la progressione dei cambiamenti all’interno del cuore che possono portare allo scompenso cardiaco.

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Fonte: European Heart Journal

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