Elezioni e parità di genere, Valente (Pd): “Lo Stato amplia la sfera dei diritti, nessun abuso di potere”
- Annalisa Ramundo
- 07/08/2020
- Donne, Politica, Puglia
- a.ramundo@agenziadire.com
Decreto legge del 31 luglio per dare accesso paritario alle cariche elettive anche nello svolgimento delle elezioni del Consiglio Regionale della Puglia Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – Dare “piena attuazione al principio costituzionale dell’accesso paritario alle cariche elettive anche nello svolgimento delle imminenti elezioni del Consiglio Regionale della Puglia fissate per il 20 settembre prossimo”, con un provvedimento che dà “l’occasione di lanciare al Paese un ulteriore messaggio di coesione dinnanzi alla tutela e alla promozione dei diritti indiscussi e indiscutibili di ciascuno di noi”. È questo il senso del decreto-legge 31 luglio 2020 n. 86 in materia di parità di genere secondo la senatrice Pd, Valeria Valente, che stamattina, in qualità di relatrice, ha aperto in Senato la discussione per la sua conversione in legge. “Si tratta di un provvedimento di grande valore istituzionale e politico dal momento che hai in gioco ci sono i diritti fondamentali dei cittadini e delle cittadine pugliesi”, sottolinea Valente, ricordando il quadro normativo in cui si inserisce il decreto che si basa sull’attivazione “dei poteri sostitutivi del Governo nei confronti delle Regioni ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione”. Dalle norme che attribuiscono “alla legge ordinaria il compito di definire i principi fondamentali a cui devono poi attenersi i sistemi elettorali, anche regionali” alla “riforme costituzionali degli Anni 2000”. (DIRE) Roma, 6 ago. – Come quella “dell’articolo 51 della Costituzione approvata nel 2003- spiega Valeria Valente- che dispone che i cittadini hanno diritto di accedere in condizioni di eguaglianza alle cariche elettive e prevede che la Repubblica promuova con appositi provvedimenti le pari opportunità tra uomini e donne” e la riforma “dell’articolo 117”, per cui “la normativa regionale deve intervenire per rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono la piena parità di uomini e donne e di promuovere la parità di accesso a tutte le cariche elettive. Infine- continua Valente- il già richiamato articolo 122 della Costituzione che attribuisce alle Regioni il potere di legiferare in materia di sistemi elettorali delle assemblee elettive regionali, riservando tuttavia allo Stato la determinazione dei principi fondamentali”. Per questo, secondo la senatrice Pd, è “difficile oggi tollerare ancora ritardi, dilatazioni o, peggio, ipocrisie, su un principio: quello delle pari opportunità per le cariche elettive che, ormai da tempo, è parte fondante dell’ordinamento nazionale. Io mi rendo pienamente conto- sottolinea- della delicatezza dell’ambito dell’intervento, cioè quello relativo al sistema elettorale di una Regione, un ambito nel quale sarebbe rischioso creare precedenti attraverso un utilizzo poco cauto del potere sostitutivo, che pure è messo a disposizione dalla Costituzione”. Eppure, alla Regione Puglia è stato dato “un termine congruo entro il quale adottare i provvedimenti dovuti o necessari relativamente al mancato adempimento degli obblighi previsti”, sostiene la relatrice, ricordando i passi, informali e formali, fatti dal Governo verso il consiglio regionale.
Ma per la senatrice Valente il punto è eminentemente politico, in un intervento la cui importanza è data dal fatto che “per la prima volta attiva i poteri sostitutivi previsti dall’articolo 120 della Costituzione per affermare l’equilibrio di genere nella rappresentanza delle istituzioni. Molti lo hanno considerato un intervento sostitutivo di notevole portata, alcuni lo hanno considerato eccessivo, tutti, credo saremo d’accordo- dice- lo consideriamo un intervento che avremmo preferito non fare. Se si usa questo potere di intervento per garantire parità tra donne e uomini non si compie alcun abuso di potere e non si viola il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, non si sta restringendo la sfera dei diritti- insiste- ma, al contrario, la si sta ampliando. Lo Stato sta semplicemente adempiendo al ruolo di protezione dei diritti che devono essere tutelati in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale”. Valente chiude il suo intervento con un appello all’unità e alla trasversalità: “Secondo i dati di febbraio 2020 la presenza delle donne nei consigli regionali in media non arriva al 25%. Ci sono eccezioni virtuose come l’Emilia-Romagna, il Lazio, l’Umbria, la Toscana, ma anche Regioni in calo e soprattutto Regioni dove le donne elette in consiglio non superano il 10% degli uomini. L’obiettivo di superare tale squilibrio ci riguarda tutte e tutti, a prescindere dalla forza politica di appartenenza. È una delle sfide che impongono, secondo me, lo sforzo di lasciare un passo indietro le appartenenze e gli schieramenti per far fare un passo in avanti all’interesse generale che tutti noi rappresentiamo”.
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