Export del vino italiano dei primi mesi del 2020, in testa Veneto, Toscana e Piemonte, boom dei vini del Sud

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di Luigi Salvo
Sono interessanti i dati del mercato del vino nel primo quadrimestre 2020 forniti dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, il vino italiano resiste, per ora, all’attacco del Covid-19 sul fronte dei mercati extra-Ue, al contrario del suo principale competitor, la Francia, in crisi nel secondo bimestre facendo registrare ad aprile in pieno lockdown globale dati tra i peggiori di sempre.

Nel complesso monitorando la performance a valore del periodo nei top 10 Paesi importatori (che valgono il 50% dell’export del Belpaese), l’Italia segna a sorpresa +5,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente, grazie all’ottima prestazione negli Stati Uniti (+10,8%, nei primi 2 mesi il dato era a +40%) e in Canada +7,1%.
Profondo rosso invece sul vino francese (-10,1%), in ritirata nelle sue piazze chiave sia in Oriente che in Occidente.

Ad aprile, dove per i fermi imbottigliati italiani si registrano pesanti cali in tutti i mercati considerati a eccezione di Canada, Russia e Corea del Sud. Si va dal -5,2% (a valori) del Giappone al -12,5% degli Usa (+6,8% gli sparkling), dal -26% della Svizzera al -48% della Cina, per un calo complessivo sull’anno precedente del -7,2%, contro però il -22,2% francese.

Nei primi tre mesi del 2020 i dati Istat delle diverse regioni italiane vedono il Veneto in testa nell’export con una crescita del +7,4 per 542 milioni, poi la Toscana con un +12,2%, per 246 milioni di euro, il Piemonte +1,4%, per 235 milioni di euro, Trentino Alto Adige +3,2% e 132 milioni di euro, l’Emilia Romagna +0,8%, 75 milioni di euro, seguono Lombardia -14,3% 59 milioni di euro, Abruzzo -2%, 44 milioni di euro, Sicilia +33,6% 45 milioni di euro, Puglia +20,5% 44 milioni di euro, chiudono la lista Friuli Venezia Giulia +6,9%, Marche +5,9%, Lazio +16%, Campania +35%, Basilicata +6,2%, Sardegna -5,1%, Calabria -7,7%, Molise -1,2%, Umbria -7,9% e Valle d’Aosta -18,1%.

Da Cibo Vino

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