Falerii Novi: scoperta un’antica città romana
In piena valle del Tevere, nella zona dell’attuale Falerii Novi, frazione di Civita Castellana in provincia di Viterbo, è stata fatta una scoperta archeologica davvero eccezionale. Non solo per l’importanza storica, artistica e culturale di questa, ma anche per le modalità con cui è avvenuta.
Nel dettaglio è stata rilevata un’antica città romana in cui si adagiano i resti di templi, bagni termali e monumenti pubblici. Un insediamento fondato nel 241 avanti Cristo e abbandonato attorno al settimo secolo.
La cosa più sorprendente è che questa volta gli archeologi si sono serviti di un georadar e non dei loro classici strumenti di lavoro. Un sistema attraverso cui sì è potuto mappare una città intera. Prospezioni che sono state in grado di restituire gran parte della pianta dell’antica Falerii Novi. Mappatura che ora sarà possibile studiare senza necessariamente dover ricorrere a lunghi e costosissimi scavi.
Nel rettangolo rosso l’antica Falerii Novi, Credits: L. Verdonck
Lo studio è stato condotto da un team di scienziati delle Università di Cambridge e di Ghent e pubblicato su Antiquity. Un documento che mostra e svela i segreti dell’abitato romano, ma anche come le varie tecniche di rilevamento non invasivo possano servire per sapere in anticipo cosa celi un determinato terreno.
Dei metodi davvero all’avanguardia e particolari che consentono di programmare le scelte per i diversi enti di ricerca e studiosi, ma anche delle pubbliche amministrazioni per quanto concerne la gestione del territorio, delle infrastrutture e dei beni culturali.
Grazie a queste rilevazioni, infatti, è emerso che sotto all’abbazia di Santa Maria in Falerii si sviluppa una vera e propria città di epoca romana.
È stato Lieven Verdonck, della Ghent University, che nel corso di 2 estati ha trascinato un georadar sull’erba guidando un quad. Un macchinario moderno e potente che spara onde elettromagnetiche e ne ascolta l’eco dal sottosuolo.
Il funzionamento è piuttosto semplice: a seconda di come rimbalzano le onde, lo strumento delinea le varie anomalie, vale a dire i segnali di quello che da centinaia di anni si trova sotto un terreno. Ma quel che colpisce ancora di più è che questo strumento è in grado di raggiungere un livello di risoluzione altissima restituendo, di conseguenza, informazioni piuttosto dettagliate.
Il territorio di Falerii Novi era già stato oggetto di studio negli anni ’90 dal professor Martin Millett (che anche in questo caso è il responsabile delle indagini). Rilevazioni le sue, che attraverso la tecnica della magnetometria, avevano già fatto emergere importanti informazioni.
Mappatura del 2000 di Falerii Novi, Ph: L. Verdonck
Ma gli strumenti usati quest’oggi hanno dato vita a delle immagini le cui linee sono piuttosto nette e la risoluzione più affilata e precisa. Dal nuovo disegno, ripulito dal “rumore” grazie all’aiuto del computer, sono venute alla luce delle vere sorprese.
In particolare, è stato scoperto un tempio e la pianta di un teatro di cui si conosceva soltanto la posizione. Inoltre, sono emerse anche 2 strutture che potrebbero essere interpretate come bagni pubblici e un doppio portico su 3 lati aperto su una corte e su due costruzioni riconducibili a fontane, tipo ninfeo.
Foto a) Mappa 2D – Foto b) Mappa 3D. Credits: L. Verdonck
Un vero e proprio spaccato di una città dalla vita attiva, pubblica e commerciale poiché sono presenti anche 2 edifici che potevano essere, a giudicare dalla pianta, bagni o terme. Una struttura urbana che, nei fatti, non ricalca gli standard tipici di altre città. Infatti, l’articolazione dei mercati e i complessi termali sembrerebbero più architettonicamente elaborati rispetto a quello che ci si aspetterebbe da un centro cittadino di minute dimensioni.
I ricercatori sostengono che il motivo di questa pianta particolare possa essere legato al fatto che, in epoche meno stabili politicamente, i romani tendevano ad arroccarsi in siti più protetti come poteva essere Civita Castellana. Non a caso Falerii Novi era situata al centro di una piana. Una posizione ben collegata e utile, in periodo di pace.
La mappa del complesso termale, Credits: L. Verdonck
Una scoperta davvero particolare e che ha evidenziato quanto georadar e magnetometria siano strumenti utili ad evitare lunghi sforzi spesi in saggi stratigrafici, andando “alla cieca” o facendo scavi, spesso, dispendiosi.
Ma questa non è stata l’unica scoperta avvenuta in Italia recentemente. Non molto tempo fa, infatti, sono stati ritrovati degli antichi e bellissimi mosaici nella Valpolicella e una tomba etrusca assolutamente peculiare presso il Parco archeologico naturalistico di Vulci.