“Fare impresa”, dalla Regione Siciliana 26 mln per le giovani aziende
Tempo di Lettura: 2 minutiPALERMO (ITALPRESS) – Obiettivo è stimolare la crescita delle aziende e dare un messaggio: “la Regione siciliana crede nelle imprese”. Lo strumento è stato un bando elaborato dall’assessorato alle attività produttive che si chiama “Fare Impresa – Fai In Sicilia”. Con una dotazione di 26 milioni di euro la Regione ha chiesto a giovani imprese […]
PALERMO (ITALPRESS) – Obiettivo è stimolare la crescita delle aziende e dare un messaggio: “la Regione siciliana crede nelle imprese”. Lo strumento è stato un bando elaborato dall’assessorato alle attività produttive che si chiama “Fare Impresa – Fai In Sicilia”. Con una dotazione di 26 milioni di euro la Regione ha chiesto a giovani imprese di presentare le proprie idee di crescita e di sviluppo promettendo di finanziarle fino al 90% a fondo perduto. E la risposta è stata più che soddisfacente con le domande giunte che adesso saranno vagliate da Irfis Finsicilia, la Finanziaria partecipata al 100% dalla Regione siciliana. Martedì si chiudono i termini per il completamento delle domande e il caricamento dei documenti.
“Vogliamo dare uno stimolo a giovani e donne a mettersi in gioco – spiega l’assessore Edi Tamajo – e attraverso progetti innovativi che possano migliorare la competitività sul territorio”. Ma la scommessa è quella di trovare altri fondi per finanziare nuovamente la misura ed il governo è al lavoro su questo. “Ipotizziamo di trovare altri 26 milioni”, ha detto più volte l’assessore Tamajo.
I numeri delle imprese in Sicilia, intanto, sono confortanti.
Secondo gli ultimi dati di Unioncamere Sicilia nel 2023 il numero di aziende nell’Isola è cresciuto di 2.488 unità (saldo fra 20.571 nuove iscrizioni e 18.083 cessazioni, +0,52%), con Catania in testa (+875), seguita da Palermo (+836) e Ragusa (+411), ultima Enna, unica in negativo, a -24. Ma gli unici settori a registrare un saldo positivo sono quelli delle imprese innovative non classificate (+8.367), e delle costruzioni (+28, che però viene dal +327 del 2022 “drogato” dal Superbonus), che compensano il calo di imprese di tutti gli altri settori, con segni più evidenti di cessazioni di imprese in agricoltura (-1.291), industria (-620), commercio (- 2.755) e alloggi e ristorazione (-641). Aumentano, invece, di 12.678 unità – e in quasi tutti i settori . gli addetti (da 1.175.579 a 1.188.257); in particolare, agricoltura (+1.520), commercio (+4.185) e turismo nel suo complesso (+7.577), mentre perdono occupati l’industria (-254) e le imprese innovative (-2.270) e crollano le costruzioni (-3.547).
“Questi dati – aggiunge ancora l’assessore Tamajo – non possono che inorgoglirci e confermare la bontà del nostro lavoro. In un momento storico difficile, in cui un modello economico e politico europeo e, direi, internazionale mostra tutti i suoi limiti, c’è chi in Sicilia ha il coraggio di credere fermamente alle proprie idee per continuare a costruire. Il mio assessorato continua ad intervenire attraverso bandi e norme che hanno l’obiettivo di aiutare le imprese, accorciando anche le distanze tra la politica e le realtà imprenditoriali. E’ necessario un nuovo modo di fare impresa, che ponga al centro non soltanto il profitto, ma anche l’impatto ambientale e sociale; non la mera efficienza, ma il benessere e i bisogni delle persone. Un altro modo di fare impresa è non solo possibile, ma utile e necessario”.
– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).