Finalmente la Nazionale di calcio fa di nuovo sognare gli italiani (e il merito è soprattutto di Mancini)

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L’Italia e la sua Nazionale di calcio hanno da sempre un avuto un rapporto fatto di alti e bassi, passione sfrenata in occasione dei grandi eventi e scarso interesse nelle fasi di qualificazione, spesso considerate come un’inutile perdita di tempo e un’interruzione sgradita nell’alternanza tra campionato e coppe europee, da sempre catalizzatrici dell’attenzione dei tifosi. Per non parlare delle amichevoli, fortunatamente sostituite dal più accattivante format della Nations League.

Da qualche tempo a questa parte, però, le cose sembrano cambiate, perché da quando c’è Roberto Mancini sulla panchina azzurra i risultati ottenuti hanno ridato entusiasmo, e finalmente c’è la sensazione di poter seguire e tifare per una squadra che può dire la sua contro tutti e che, cosa ancora più importante, si è guadagnata il rispetto degli avversari.

I numeri dell’Italia

Ci sono numeri che non mentono, e quelli della Nazionale sono una carta d’identità da mostrare con fierezza in vista dei prossimi appuntamenti ufficiali: 25 partite utili consecutive (eguagliato Marcello Lippi, il record assoluto è di Pozzo con 30) con 20 vittorie e cinque pareggi, 13 vittorie consecutive nelle qualificazioni (10 su 10 in quelle per l’Europeo, non era mai successo prima di chiudere il girone a punteggio pieno), con tre successi su tre in queste prime gare di qualificazione a Qatar 2022 e la fase finale della Nations League raggiunta vincendo il proprio raggruppamento (il prossimo 6 ottobre a San Siro la semifinale contro la Spagna).

Il CT della Nazionale Roberto Mancini, 56 anni
World Cup Qatar 2022, qualificazioni: Italia-Irlanda del Nord, Roberto ManciniIl CT della Nazionale Roberto Mancini, 56 anniAlessio Marini / IPA

I critici più accaniti possono obiettare che la lunga serie di risultati positivi è arrivata anche e soprattutto grazie a confronti con squadre non esattamente di primissimo piano, e che il vero banco di prova inizierà il prossimo 11 giugno a Roma con la gara inaugurale di Euro 2020 (che continuerà a chiamarsi così, nonostante sia stato posticipato di un anno) contro la Turchia.

In tanti aspettano l’Italia alla prova del nove, quell’esame di maturità che dovrà dirci se davvero la nostra Nazionale può sedersi al tavolo delle grandi.

Per quello che si è visto fino a questo momento sì, lo può fare.

Il grande lavoro di Mancini

Mancini ha dato un gioco e un’identità, e anche le tre vittorie per 2-0 contro Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania nelle prime tre gare del girone di qualificazione mondiale dicono molto, perché se è vero che il gioco non è stato brillante (attenuante fondamentale la congestione nei calendari e le tante partite disputate nei rispettivi club), in passato erano proprio quelle le gare su cui avremmo inciampato, rischiando di complicarci la vita e dovendo rincorrere chi stava davanti. Non è un caso che un simile ruolino nelle prime tre partite verso un Mondiale lo avevamo fatto solo tre volte: ’78, ’82 e ’98. Invece là davanti ci siamo noi (sempre noi, verrebbe da dire con ritrovato orgoglio), e sono le altre squadre a non volerci incrociare.

Non è più la Nazionale di Baggio, Totti, Del Piero, Cannavaro e De Rossi (ma l’elenco potrebbe essere ben più lungo), icone di un calcio che sfornava talenti in serie, ora in azzurro ci sono tanti giovani che crescono e promettono un gran bene, anche grazie al prezioso lavoro di Mancini che ha dato loro fiducia ed è stato ripagato.

https://twitter.com/robymancio/status/1377368844658872322

Una bella sensazione, aria nuova per una maglia che ha saputo riprendersi l’amore di un popolo dopo il dramma sportivo della mancata qualificazione ai Mondiali in Russia, e che adesso punta dritta al doppio appuntamento con Europeo e Mondiale. Senza paura e con tanta voglia d’azzurro.

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