FOTO | RomaNascosta: il Campidoglio, l’Ara del Cielo e la visione di Augusto
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Redazione
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04/09/2020
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Sotto l’altare della Basilica, che conserva le reliquie di Sant’Elena, si trova una preziosa pietra medievale che custodisce una leggenda
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di Martina Fallace
ROMA – Dalla vetta più alta del Campidoglio, colle che ospita la sede del Comune di Roma, la splendida Basilica di Santa Maria in Aracoeli veglia sul centro storico in stretta armonia con l’amministrazione capitolina, la quale esercita sulla chiesa un giuspatronato che permette di celebrare solenni riti religiosi di carattere ufficiale.
Nella sua semplicità e controllata compostezza la facciata a tre portali si presenta come un balcone aperto che affaccia su un vastissimo panorama da dove si ammirano i profili del Vaticano, del Gianicolo e di Monte Mario. Preceduta da un’irta scalea composta da 124 gradini e realizzata nel 1348 per collegare l’edificio religioso con il resto della città, la Basilica venne costruita intorno al VII secolo d.C.
Venne edificata sul luogo dell’antica arce capitolina, in un’area dedicata alla Dea Giunone, che a quei tempi era la principale divinità femminile romana in quanto protettrice della città. Sulle rovine del tempio pagano venne poi edificato il primo impianto della chiesa che divenne, negli anni, prima un’abbazia benedettina e successivamente nel 1248 un monastero dell’ordine dei Frati Minori grazie al volere di Papa Innocenzo IV. Da allora il complesso di Santa Maria in Aracoeli è il cuore dell’azione francescana nel mondo dove ancora oggi i frati francescani svolgono un’intensa attività religiosa e culturale.
L’aspetto attuale della basilica, spaziosa e solenne, è invece frutto della ricostruzione in forme romano-gotiche avvenuta nei primi anni del 1300. L’imponente forma basilicale a tre navate è scandita da 22 colonne marmoree tutte differenti l’una dall’altra e tutte provenienti da edifici di epoca romana. Ai lati delle navate si aprono nove cappelle per lato tra cui la Cappella Bufalini dedicata a San Bernardino e affrescata dal Pinturicchio nel 1458 e la Cappella di Sant’Elena nel transetto sinistro.
Proprio sotto l’altare che custodisce le reliquie della Santa si trova una preziosa pietra medievale che conserva la leggenda di Augusto. Infatti, secondo le fonti riportate dai testi del Mirabilia Urbis Romae, la Basilica che in origine era denominata Santa Maria in Capitolio deve il suo nome attuale all’Imperatore Ottaviano Augusto: si narra che una notte la Vergine Maria con Gesù bambino in braccio le sia apparsa in sogno e che dopo aver udito le sue parole – “Ecce ara primogeniti Dei” “questa è l’ara del figlio di Dio” – decise di consacrarle un’ara nell’esatto luogo dove oggi sorge la basilica. Per questo motivo la chiesa di Santa Maria fu denominata Ara del cielo.
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