Francesco Guccini torna con “Canzoni da intorto”
MILANO (ITALPRESS) – Nel 2012, con l’uscita de “L’ultima Thule”, Francesco Guccini aveva annunciato il suo ritiro. Fino a oggi il cantautore di Pavana aveva quasi mantenuto la promessa, limitandosi a essere ospite di amici come Samuele Bersani e Roberto Vecchioni e celebrare i suoi 80 anni con “Natale a Pavana”, brano inserito in “Note di viaggio – Capitolo 1: venite avanti…” in cui alcuni colleghi hanno reinterpretato alcuni dei suoi brani. Il cantautore de L’avvelenata, però, ha fatto marcia indietro e domani torna con “Canzoni da intorto”, un concept album di cover di brani appartenenti alla cultura popolare, arrangiate e interpretate in una nuova veste, che uscirà solo in formato fisico. «Ho scelto le canzoni che ho cantato con gli amici in moltissime serate passate a Bologna tanto tempo fa o nelle scarse riunioni conviviali successive», ha raccontato Guccini presentando l’album alla Bocciofila Martesana di Milano.
Nel disco, in cui il cantautore affronta dialetti e lingue diverse, sono contenute tra le altre Ma mi, Morti di Reggio Emilia sui fatti che nel 1960 portarono alla Strage di Reggio Emilia, la poesia anarchica Addio a Lugano e Sei minuti all’alba che Enzo Jannacci dedicò al padre e alla Resistenza. «Quando ho comunicato le scelte, questo signore (Dino Stewart della Bmg, nda) è sbiancato ma ha incassato il colpo», ha aggiunto sorridendo. Guccini ha, poi, fatto battute anche commentando il titolo: “Sono canzoni sconosciute. Supponi che c’è una ragazza che chiede: ‘Che canzone è?’ e tu fai vedere che sei un fighetto. Intorto in questo senso”. Il cantautore, poi, non si è sottratto alle domande più politiche a partire dalla scelta, non casuale, dei brani. “In seconda media studiavamo l’Iliade, c’era chi tifava per i greci e chi per i troiani. La grande maggioranza tifava per i greci, i vincenti. Un piccolo gruppo, di cui facevo parte anch’io, per i troiani, i perdenti. Tutte queste canzoni sono un po’ da perdenti. Parlando della politica di oggi, noi siamo i troiani e io tifo ancora per loro”.
Solleticato anche sul fatto che alcuni cantautori come De Gregori e Venditti affermano che ci non sia bisogno di sbandierare il proprio credo politico, non si nasconde: “Io non sono comunista, non mi sono mai dichiarato comunista. Sono, non dico anarchico, perché dichiararsi anarchico nel 2022 è fuori dal tempo, ma un filo simpatizzante anarchico”. Non nega neppure una risposta su Fratelli d’Italia e la fiamma del simbolo. “La fiamma non l’hanno tolta ma si sono dichiarati contro i totalitarismi. Però in una circolare il ministero dell’istruzione non parla di tutti i totalitarismi ma solo del comunismo staliniano (si tratta della lettera del 9 novembre, nda). Secondo un bravissimo storico, il professor Barbero, c’era nello stalinismo un anelito di speranza che mancava nel nazismo”, ha spiegato. “Non mi piace che nel simbolo ci sia la fiamma ma pare che gli italiani siano contenti. Staremo a vedere. Come diceva mia nonna: ‘ci vuole pazienza e tanta’. A me questa fiamma che ardeva sulla tomba di Mussolini non mi scalda il cuore”. Infine, interrogato su Letizia Moratti e la sua candidatura a sindaco di Milano con il Terzo polo che il Pd non sta appoggiando, ha chiosato: “Se ha voglia di presentarsi che lo faccia, non mi sembra che abbia molto lavorato con la sinistra, se non sbaglio era berlusconiana. Per me fa bene il Pd o quello che ne resta a non appoggiarla”. Tornando alla musica e all’uscita solo in formato fisico, ha scherzato: “Non so cos’è lo streaming!”. A spiegare la scelta è stato Dino Stewart, manager della Bmg: “Non tutti gli artisti concorrono allo stesso campionato, Guccini è un’altra cosa. Dispiacerebbe paragonarlo all’ultimo artista, di cui magari ancora non si conosce il nome, che macinano milioni di streaming”.
– foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS).