Frane e alluvioni, un sindaco scrive a Costa: “Colpa nostra? Ministro, ci fai paura”

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Dopo le parole del ministro Costa sulla "mancata capacità dei Comuni" a spendere le risorse contro il dissesto idrogeologico, il sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini prende carta e penna e gli scrive

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BAGNO DI ROMAGNA (Cesena) – Ma quale incapacità dei Comuni di spendere le risorse destinate al dissesto idrogeologico: piuttosto serve “una svolta nella politica di gestione del territorio nazionale”. Non ci sta il “sindaco di un comune di montagna”, Marco Baccini, primo cittadino di Bagno di Romagna, in provincia di Forlì-Cesena, a prendersi la colpa per il problema del dissesto idrogeologico del suo territorio e rigetta le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, secondo cui il fenomeno sarebbe “conseguenza della mancanza di capacità dei Comuni di spendere le risorse destinate“.

Al rappresentante di governo indirizza quindi una lettera in cui, a seguito delle sue affermazioni, si dice “fortemente stupito, pervaso da un senso di completo abbandono da parte dello Stato, e impaurito- scrive- per come il Governo interpreti il ruolo ed il lavoro di tanti amministratori che quotidianamente si confrontano con i problemi dell’organizzazione del sistema territoriale degli Enti pubblici”.

Baccini ammette che probabilmente si è trattato di “una dichiarazione affrettata” e invita Costa a rivederla. “La tutela del territorio passa prevalentemente dal coinvolgimento degli enti di bacino- chiarisce il primo cittadino- competenti e titolati ad intervenire sui corsi d’acqua, delle Soprintendenze per il rilascio dei pareri paesaggistici, delle articolazioni del Demanio proprietario della gran parte dei versanti montani e collinari, per non parlare delle complesse procedure del Codice degli appalti che complicano e ritardano ogni tipo di intervento, nonché dei bilanci dei Comuni che costringono gli Enti a programmare interventi di messa in sicurezza del territorio esclusivamente facendo affidamento a finanziamenti regionali, ministeriali o europei“.

In definitiva, Baccini rigira la frittata: “In questo complesso e lento intrico- manda a dire- gli amministratori locali sono impegnati assiduamente a gestire ed intervenire per la sicurezza del territorio, oggi troppo compromessa per decenni di disattenzione e di mancata programmazione statale“.

Anche per questo, “l’unico problema che non ci sentiamo di doverci fare carico- puntualizza- è quello della capacità di programmare e spendere risorse al riguardo”. E la Regione fa la sua parte, “è molto attenta e celere nel capire la gravità delle situazioni e nel fornire a noi amministratori strumenti finanziari e tecnici per intervenire in tempi ragionevoli”, ma non basta. Occorre “invertire la politica di gestione del territorio” e farla “passare da una politica di gestione dell’emergenza ad una strategia di programmazione, sicurezza e prevenzione“. Su questo punto, i sindaci vedono ancora “molta miopia”, osserva Baccini. Piuttosto quindi “ci attendiamo da lei una svolta nella politica di gestione del territorio nazionale– conclude- alla quale siamo pronti a dare il nostro contributo ed a dar seguito immediatamente agli interventi che riceveranno adeguati e programmati stanziamenti”.

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