Frode all’Ue, sequestrati 700 mila euro ad azienda ittica nel messinese

Condividi
Tempo di Lettura: 2 minuti

MESSINA (ITALPRESS) – I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno portato a termine un’indagine avviata nel dicembre del 2020, nei confronti di un’azienda ittica con sede in comune di Caronia (Messina) che ha illegittimamente beneficiato di finanziamenti comunitari, erogati dalla Regione Sicilia, ammontanti a circa 1 milione e 700.000 Euro.
I contributi, orientati alla promozione di una pesca cosidetta “intelligente”, attraverso l’aumento della produttività ed un migliore sfruttamento delle risorse biologiche marine, erano finalizzati a realizzare un impianto di acquacoltura, con bacini di acqua dolce per l’allevamento di pesci del tipo persico e storione, destinati poi alla successiva vendita.
La normativa vigente in tema di erogazioni comunitarie prevede che il beneficiario partecipi, in quota parte e con risorse proprie, alla realizzazione delle opere, appaltando la materiale esecuzione dei lavori a soggetti diversi, con l’obbligo di documentazione delle spese sostenute e di modalità di pagamento tracciabili.
Le indagini si sono incentrate proprio sull’esame delle fatture relative al programma d’investimento, inoltrate dalla ditta individuale alla Regione Siciliana – Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari – Dipartimento della Pesca Mediterranea, a riprova dell’avvenuto sostenimento delle spese.
La successiva analisi delle modalità di pagamento e delle sottostanti transazioni finanziarie, tuttavia, non disgiunto all’esame incrociato della documentazione fiscale, ha consentito di svelare un articolato disegno criminoso, congegnato al solo fine di indurre in errore l’Ente erogatore.
In sostanza, il responsabile dell’azienda ittica, grazie anche alla complicità delle ditte appaltatrici dei lavori, in alcuni casi riconducibili a prossimi congiunti, ha rendicontato alla Regione Siciliana il sostenimento di costi ampiamente superiori rispetto a quelli effettivi, facendo risultare come effettuati svariati pagamenti che, nella realtà, non erano mai avvenuti.
La Procura della Repubblica di Patti ha chiesto e ottenuto dal locale Tribunale l’emissione di un provvedimento di sequestro preventivo di beni nella disponibilità degli indagati, per un ammontare di circa 700 mila euro.

– foto: ufficio stampa guardia di Finanza
(ITALPRESS).

Loading