Frode fiscale, guardia di finanza di Napoli sequestra beni da 3,8 milioni
- Redazione
- 15/07/2020
- Campania
- redazioneweb@agenziadire.com
Agli indagati sono contestati i reati di false attestazioni e compensazioni indebite Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
NAPOLI – E’ di 3.800.000 euro il sequestro preventivo di beni a carico di una societa’ e di persone fisiche coinvolte in un complesso sistema di frode fiscale eseguito tra le province di Napoli, Venezia e Ravenna dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Napoli, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica partenopea. Agli indagati sono contestati i reati di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, la compensazione di crediti inesistenti, sia formati grazie alle false fatturazioni, sia prodotti da contratti di cessione di crediti fittiziamente costituiti da varie societa’ cartiere, tutti utilizzati per compensare l’Iva e i contributi previdenziali dovuti allo Stato.
In particolare, i finanzieri hanno scoperto che la CO.S. srl, attiva negli appalti della cantieristica navale, contraddistinti dall’elevato impiego di manodopera, poteva beneficiare – grazie all’articolato sistema fraudolento – di un complesso di vantaggi illeciti, tra i quali un consistente risparmio di imposte e contributi, nonche’ dell’estromissione dalle gare di imprese concorrenti. Due i meccanismi di frode individuati: il primo si basava sull’emissione di fatture false per prestazioni di servizi in “reverse charge” (senza applicazione di Iva) da parte della CO.S. srl in favore di varie cartiere, che a loro volta emettevano fatture false per prestazioni di servizi, noleggi attrezzature e cessioni di beni alla stessa CO.S. In questo modo la societa’ si trovava a credito Iva da utilizzare per compensare le imposte e i contributi dovuti. Parallelamente le cartiere si trovavano gravate da ingenti debiti Iva mai versati. Il secondo si fondava sull’acquisto da parte della CO.S. srl di crediti Iva fittizi prodotti da altre cartiere e utilizzati sempre per compensare debiti erariali e previdenziali. Con il primo metodo di frode la societa’ beneficiaria, negli anni dal 2014 al 2017, ha ottenuto un illecito profitto di oltre 3.200.000 euro; mentre, con il secondo, in poco piu’ di un anno, dal febbraio 2018 all’aprile 2019, il profitto e’ stato di circa 600.000 euro.
È stata infine ricostruita l’intera filiera di prestanome e amministratori di fatto, questi ultimi destinatari del sequestro preventivo per equivalente fino alla concorrenza del profitto maturato dalla Co.S. srl.
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