Galvagno “Io presidente della Regione? Un sogno, ma Schifani è il nostro Trump”
Tempo di Lettura: 3 minutiPALERMO (ITALPRESS) – “Se non ci fosse stato Ignazio magari avrei fatto lo stesso il record di voti alle elezioni, visto che qualche rapporto l’ho sempre coltivato, nelle aule universitarie come nei locali in cui lavoravo come promoter. Però oggi, senza La Russa, sarei al massimo segretario della commissione randagismo…”. Così, in una intervista a […]
PALERMO (ITALPRESS) – “Se non ci fosse stato Ignazio magari avrei fatto lo stesso il record di voti alle elezioni, visto che qualche rapporto l’ho sempre coltivato, nelle aule universitarie come nei locali in cui lavoravo come promoter. Però oggi, senza La Russa, sarei al massimo segretario della commissione randagismo…”. Così, in una intervista a Repubblica Palermo, il
presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, sottolineando che deve tutto a Ignazio La Russa. E alla domanda se studia per fare il presidente della Regione, risponde: “E’ un sogno ma non è un argomento attuale. Spero che Schifani voglia governare altri cinque anni. L’età non è un limite. Prenda Trump: mi pare abbia 78 anni. Ecco, Renato è il nostro Trump”.
In merito alle polemiche sul caso Auteri e su un sistema di raccolta del consenso, attraverso la leva dei contributi al turismo, dichiara: “Chiariamoci subito: se non ci fosse stata l’associazione della madre di Auteri, il problema sarebbe sorto lo stesso?”. Secondo Galvagno “il problema nasce prima e riguarda tutti i partiti, anche chi magari oggi si indigna. Comunque, siamo giunti a un punto in cui si può e si deve immaginare una soluzione”. “Proporrò ai capigruppo – spiega – di togliere tutti i contributi ‘particolarì, diretti a questo a quell’ente, dalle leggi di spesa dell’Ars. Facciamo un bando unico, per accedere a tutti i finanziamenti del settore, e affidiamolo all’assessorato al Turismo. Basta che poi magari non ci si lamenti di condizionamenti legati al partito di appartenenza dell’assessore…”. “I dubbi ce li ho – sottolinea Galvagno -. Di certo, nessuno potrà più utilizzare l’Aula per indicare un’associazione meritevole. Ma mi sembra giusto, visto il polverone che si è alzato, avviare una riflessione”.
Alla domanda, secondo cui è venuto alla luce un sistema di ripartizione dei fondi a disposizione fra i gruppi, senza distinzione fra maggioranza e opposizione, che sembra annullare la politica e trasformare l’Ars in un Bancomat, risponde: “Premessa: non mi scandalizza che un deputato possa avere attenzione per il territorio. Quando hai una manovra, ci sono delle risorse che devono essere distribuite. Sono due le cose: o fai emergere in aula il dibattito sui destinatari delle risorse, decidi lì se un finanziamento tocca più a Pietraperzia o a Catania, o ragioni in considerazione della consistenza dei gruppi e delle proposte che arrivano da questi gruppi. Non è una vergogna”.
Ed all’osservazione che le riforme non si sono viste, commenta: “Guardi, questo non deve chiederlo a me ma al presidente della Regione. Io ho delle cose che mi stanno a cuore. Come un disegno di legge intitolato ‘liberi di sceglierè che mi ha sottoposto il presidente del Tribunale dei minori di Catania. Affronta il problema delle famiglie fragili, del reintegro sociale di figli in difficoltà, finiti in carcere. Un testo inclusivo, spero ci sia l’unanimità”.
La retromarcia del centrodestra su alcune norme per Galvagno non nasconde alcun problema politico: “No, abbiamo agevolato i lavori d’aula e facilitato il percorso legislativo”. La norma sulla rappresentanza di genere nelle giunte “credo che si farà anche se c’è chi pensa che le quote siano umilianti per le donne stesse.
Mia madre, ad esempio, è proprio contraria. E Meloni è diventata premier senza bisogno di quote”. “Sulle Province – aggiunge – non ho dubbi: io non farò passare alcuna nuova proposta di rinvio delle elezioni. Abbiamo scelto una soluzione non azzardata, ma azzardatissima, alla luce delle sentenze della Consulta. Ma se una disposizione nazionale, di qui a dicembre, ci esentasse dall’applicazione della Delrio, il problema sarebbe risolto. Ne parlerò la prossima settimana con La Russa”. E il reddito? “Il fatto è semplice: nessuno può percepire un sussidio se non è inabile al lavoro. Schifani l’ha capito e la norma si sta modificando”.
Poi, alla domanda se stia pensando a Geronimo La Russa per la direzione della Fondazione Federico II, risponde: “Assolutamente no, è un’ipotesi che non ho mai tenuto in considerazione e se lo facessi stia certo che Ignazio non la prenderebbe benissimo, anzi mi darebbe proprio legnate… Geronimo è un amico e mi ha dato una mano per la mostra in collaborazione con l’Accademia di Brera. Stop. Per ora della Fondazione mi sto occupando io ed è una bella esperienza”.
– foto ufficio stampa Presidente Ars –
(ITALPRESS).