Garcinia cambogia, tè verde e altri integratori “dietetici” non aiutano davvero a perdere peso. Lo studio
Un nuovo studio ha concluso che, ad oggi, non vi sono prove sufficienti per supportare l’utilizzo di integratori dietetici e a base di erbe per favorire la perdita di peso. Da quanto evidenziato, infatti, questi non avrebbero gli effetti sperati e c’è anche un dubbio riguardo alla sicurezza a lungo termine.
Tante persone ricorrono agli integratori nella speranza di dimagrire. Si tratta di prodotti a cui si richiede spesso di fare un vero e proprio “miracolo” permettendo di perdere peso senza grossi sforzi.
È stata condotta ora una vera e propria revisione globale di integratori a base di erbe e dietetici per la perdita di peso che ha analizzato 121 studi randomizzati controllati con placebo a cui hanno partecipato circa 10mila persone.
Si è studiato l’effetto e la sicurezza di integratori a base di erbe, contenenti un’intera pianta o combinazioni di piante come ingrediente attivo, ma anche di integratori alimentari contenenti composti isolati presenti in natura e prodotti da animali, come fibre, grassi, proteine e antiossidanti.
Lo studio, presentato al Congresso europeo sull’obesità (ECO) che quest’anno si sta svolgendo online, suggeriscono che sebbene alcuni di questi integratori mostrino una perdita di peso statisticamente maggiore rispetto al placebo, non è sufficiente a dimostrare che siano benefici per la salute e gli autori si appellano ad ulteriori ricerche che vadano ad indagare proprio sulla loro sicurezza a lungo termine.
Gli integratori a base di erbe inclusi nell’analisi erano: tè verde; Garcinia cambogia e mangostano (frutti tropicali); fagiolo bianco; efedra (uno stimolante che aumenta il metabolismo); Mango africano; yerba mate; uva veld (comunemente usata nella medicina tradizionale indiana); radice di liquirizia; e Cardo selvatico dell’India orientale (usato nella medicina ayurvedica).
I risultati hanno mostrato che il loro uso ai fini del dimagrimento non può essere giustificato sulla base delle prove attuali.
“Gli integratori a base di erbe e dietetici da banco promossi per la perdita di peso sono sempre più popolari, ma a differenza dei farmaci farmaceutici, le prove cliniche per la loro sicurezza ed efficacia non sono necessarie prima che entrino nel mercato. La nostra rigorosa valutazione delle migliori prove disponibili rileva che non ci sono prove sufficienti per raccomandare questi integratori per la perdita di peso. Anche se la maggior parte degli integratori sembrano sicuri per il consumo a breve termine, non forniranno una perdita di peso clinicamente significativa” ha dichiarato Erica Bessell dell’Università di Sydney in Australia, autrice principale della ricerca.
L’analisi ha rilevato che solo un singolo agente, il fagiolo bianco, ha prodotto una perdita di peso maggiore dal punto di vista statistico, ma non clinico, rispetto al placebo (-1,61 kg). Inoltre, alcune preparazioni combinate contenenti mango africano, uva veld, cardo selvatico dell’India orientale e mangostano hanno mostrato risultati promettenti, ma sono state studiate in tre o ancor meno ricerche, spesso con una metodologia scadente. I risultati quindi dovrebbero essere interpretati con cautela, sostengono i ricercatori.
Lo studio ha analizzato anche ricerche che avevano confrontano l’effetto di integratori alimentari come chitosano (uno zucchero complesso presente negli strati esterni duri di aragoste, granchi e gamberetti che promette di bloccare l’assorbimento di grassi o carboidrati); glucomannano (una fibra solubile che si trova nelle radici dell’igname di elefante, o konjac, che promuove una sensazione di pienezza); fruttani (un carboidrato composto da catene di fruttosio) e acido linoleico coniugato (che pretende di modificare la composizione corporea diminuendo il grasso).
L’analisi ha rilevato che il chitosano (-1,84 kg), il glucomannano (-1,27 kg) e l’acido linoleico coniugato (-1,08 kg) hanno determinato una perdita di peso statisticamente, ma non clinicamente, significativa rispetto al placebo.
Insomma, da questa revisione degli studi gli integratori così detti “dimagranti” non escono affatto bene. Tra l’altro dovremmo ricordarci che, anche se estratti da sostanze naturali, si tratta ugualmente di prodotti non esenti da rischi e che a volte possono interferire con alcuni farmaci.
Fonti: The Guardian / BBC
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