ROMA (ITALPRESS) – “Sette torti evidenti, il club ha taciuto ma ora è stanco. Dobbiamo tutelare tifosi, squadra e investimenti”: così il ds della Roma, Florent Ghisolfi, in un’intervista al “Corriere dello Sport”, annuncia un cambio di strategia da parte dei Friedkin, dal punto di vista della presenza e della comunicazione. “Non accettiamo più questo genere di errori e chiediamo di essere rispettati dalla classe arbitrale e dalle istituzioni, soprattutto in un periodo storico in cui le eventuali sviste possono essere “sanate” dalla tecnologia”, aggiunge Ghisolfi, secondo cui “se a Budapest”, finale di Europa League, “si fosse giocato ieri la reazione della proprietà sarebbe stata ben diversa proprio perchè col tempo ha maturato la consapevolezza che il silenzio, la misura e l’eleganza non sempre paghino. Senza quell’errore la Roma avrebbe probabilmente un titolo europeo in più, e sarebbe stata la prima Europa League della sua storia, avrebbe disputato la finale di Supercoppa Europea e, soprattutto, sarebbe tornata in Champions, con introiti economici senza dubbio superiori rispetto a quelli garantiti dall’Europa League ’23-24”.
Con il nuovo tecnico, Claudio Ranieri “siamo perfettamente allineati su tutto. Come ha detto qualcuno a Trigoria, lui ha portato una boccata d’ossigeno. I Friedkin quando torneranno a Roma Presto, molto presto. Hanno scelto di lottare”. Per Ghisolfi non si è capito “quanta passione i Friedkin abbiano per la Roma, il loro coinvolgimento è incredibile. Li sento quotidianamente, vogliono sapere tutto e nei particolari. Hanno investito risorse, tempo e sè stessi per restare a lungo e ottenere il massimo. Lo stadio nuovo non è un’ipotesi, ma un progetto concreto e stupendo. Ora chiedono di ricevere trattamenti equi e l’attenzione che si deve a tutti, nessuno escluso”. E tornando all’episodio di domenica scorsa al “Maradona” contro il Napoli, Ghisolfi si dice “convintissimo” che Romelu Lukaku dovesse essere espulso. “Giallo il primo fallo su Celik e rosso diretto, non secondo giallo, su Svilar. Era rosso. Ripeto, la Roma ha sempre rispettato gli arbitri e le istituzioni, ma non è stata ripagata con la stessa moneta”.
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