Giudice di pace annulla le multe di chi ha violato il lockdown perché decreto anticostituzionale

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Sta facendo molto discutere la sentenza emessa da un Giudice di Pace che ha annullato le multe di alcune persone che avevano violato il lockdown imposto a causa del coronavirus.

Nel periodo in cui in Italia c’è stata la quarantena sono state molte le persone “pizzicate” fuori casa senza un valido motivo e per questo multate. Tra di loro un padre e una figlia residenti nella regione Lazio che, trovati fuori della loro abitazione durante la quarantena (stavano andando a fare rifornimento di acqua ad una fontanella a scheda), si sono visti presentare dalla polizia stradale una multa di 400 euro.

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Ora però Emilio Manganello, giudice di Pace di Frosinone, ha emesso una sentenza al riguardo che sta sollevando un polverone. Ha infatti deciso non solo di far decadere la multa, ma ha sottolineato, all’interno delle motivazioni della sua sentenza (la 516/2020 che potete leggere integralmente qui), che il Decreto di Emergenza proclamato dal governo Conte per motivi sanitari era in realtà anticostituzionale.

Si legge infatti nella sentenza che “non vi è nella Costituzione italiana alcun riferimento ad ipotesi di dichiarazione dello stato di emergenza per rischio sanitario“. E che quindi la decisione del governo Conte “è illegittima, perché emanata in assenza dei presupposti legislativi“:

“poiché gli atti amministrativi, compresi quelli di alta amministrazione, come lo stato di emergenza sono soggetti al principio di legalità, la delibera del Consiglio dei ministri del 31.1.2020 è illegittima perché emessa in assenza dei relativi poteri da parte del Consiglio dei ministri in violazione degli articoli 975 e 78 che non prevedono il potere del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria”

Secondo quanto dichiarato dal giudice di Pace, in pratica, il decreto emanato da Conte si basa sul codice della Protezione Civile che può intervenire solo per calamità naturali o danni provocati dall’uomo ma non in ambito sanitario. E, tra l’altro, si legge sempre nella sentenza:

“nell’ordinamento giuridico italiano, l’ordine di rimanere nella propria abitazione non può essere imposto dal legislatore, ma solo dall’Autorità giudiziaria con atto motivato”.

In caso contrario si viola l’articolo 13 della Costituzione.

Addirittura il giudice Manganello ha paragonato le misure prese nel nostro paese a quelle di Stati antidemocratici come la Cina:

Tali illegittime misure di sanità pubblica sono state recepite dal DCPM sul modello di quelle adottate in Stati non democratici come la Cina, che hanno un ordinamento costituzionale autoritario giuridicamente incompatibile con il nostro ordinamento costituzionale”

Nell’articolo 16 della Costituzione Italiana si legge però:

“Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge”.

È forse questo un articolo interpretabile in qualche modo? Sarà davvero la sentenza di Frosinone un precedente per annullare tutte le altre multe fatte nel periodo del lockdown? Staremo a vedere.

Fonte: Frosinone Today / Ciociaria Oggi

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