Gli Uffizi portano in rete il potere curativo della grande arte
Il pittore tedesco Gerhard Richter ha definito l’arte come la forma più alta di speranza, un’affermazione che a pensarci, oggi è più attuale che mai, e che offre diversi spunti di riflessione. Abbiamo visto infatti come, la più nobile delle discipline umane, non si è fermata, neanche durante il difficile e complesso periodo vissuto dell’emergenza da Coronavirus.
Proprio nel momento in cui tutti, ci siamo ritrovati distanti gli uni dagli altri, l’arte e la cultura si sono trasformate in un ponte di condivisione, comunicazione e discussione, dove persone e istituzioni hanno potuto dialogare e confrontarsi attraverso tour virtuali, visite guidate online ai musei, video, web conference e molti altri progetti.
E gli Uffizi, uno dei musei più importanti al mondo che ospita alcune delle più belle opere d’arte del Rinascimento, si è ispirato proprio a questo momento per proporre una mostra inedita e incredibile.
Il potere curativo e salvifico della grande arte: questo è il tema centrale della nuova mostra virtuale proposta dalle Gallerie degli Uffizi e visitabile gratuitamente sul sito ufficiale.
“Guarigioni miracolose. Malattia e intervento divino. L’arte interpreta il miracolo in opere dal Tre al Novecento” è il titolo dell’ipervisione, realizzata dall’Istituzione, con il coordinamento di Patrizia Naldini. Sono quindici le opere scelte tra quelle delle collezioni del Museo e non solo, realizzate da grandi maestri come Beato Angelico, Sandro Botticelli e Rembrandt.
Ad aprire il percorso è una scena del miracolo della Beata Umiltà, appartenente al polittico degli Uffizi dipinto da Pietro Lorenzetti intorno al 1335, dove è raffigurato il risanamento della gamba di un monaco che ne aveva rifiutato l’amputazione.
Il gesto sembra prefigurare quello analogo dei due Santi medici Cosma e Damiano nello scomparto di predella della pala di San Marco, ora nell’omonimo museo fiorentino, una delle prove più alte della pittura dal Beato Angelico, anch’essa inclusa nella mostra virtuale.
I santi medici, scelti come simbolici protettori spirituali dei signori di Firenze, compaiono ancora in una delle opere più belle del giovane Botticelli, la pala di Sant’Ambrogio, esposta nella galleria delle Statue e delle Pitture, lì dove si trova anche la celebre Primavera.
Il viaggio, alla scoperta del potere della grande arte, si conclude con Giovanni Colacicchi, che nel 1943, nel pieno della seconda guerra mondiale, raffigura, con grande originalità, un San Sebastiano inedito, caratterizzato da un corpo bellissimo e perfetto, per affermare l’intangibilità della bellezza dello spirito.
A spiegare l’incipit, ma anche l’essenza stessa della mostra virtuale, ci pensano le parole di Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi:
“Ciò che vogliamo raccontare con ‘Guarigioni miracolose’ è la vittoria della speranza sulla sofferenza, sul male, sulla malattia, lanciando un messaggio forte di sostegno alle tante persone che ancora sono in pericolo e a quelle che hanno passato momenti terribili durante la pandemia. L’esperienza della malattia fa parte della condizione umana e la guarigione ci ricorda i molti motivi per cui vale la pena vivere: è il miracolo inspiegabile che ci riempie di speranza e ci ricorda che dobbiamo essere grati per tutto quello che l’esistenza ci riserva”.