Glifosato nella pasta: vi spieghiamo perché non è allarmismo e bisogna continuare parlarne

Condividi
Tempo di Lettura: 3 minuti

Tracce di glifosato, sia pur molto piccole, continuano ad essere presenti nella pasta che mettiamo in tavola ogni giorno (e non è certo l’unico contaminante che assumiamo tramite la nostra dieta). La confermata è arrivata recentemente da un test condotto in Svizzera dalla rivista K-tipp che ha scovato tracce del controverso erbicida in 4 note marche di pasta vendute in Italia.

Leggi anche: Pasta al glifosato, un nuovo test conferma la presenza dell’erbicida in queste 4 marche vendute in Italia

Il laboratorio che ha analizzato la pasta ha trovato residui di glifosato in 10 dei 13 prodotti convenzionali testati. E questo è solo l’esempio più recente.

I risultati dell’ultimo test confermano sostanzialmente quanto scoperto negli anni passati da indagini simili. Cambiano le marche, i campioni, le nazioni in cui vengono effettuati i test, ma lo scenario che delineano (con davvero poche eccezioni) è abbastanza chiaro: non ci siamo ancora liberati del glifosato.

E, lo ricordiamo, il glifosato è un erbicida particolarmente controverso. Se volete approfondire gli effetti sulla salute e l’ambiente potete leggere i seguenti articoli:

Ma se tutto è a norma di legge qual è il problema

Come sottolineiamo in ogni articolo, il glifosato trovato nella pasta (o in altri prodotti) è sempre in percentuali bassissime e considerate sicure per la salute dei consumatori. Il tutto, dunque, perfettamente a norma di legge.

Dov’è il problema quindi? Lungi da noi fare allarmismo ma sicuramente c’è da valutare nel complesso la situazione. Non basta dire: i livelli sono infinitesimali dunque va bene così. Noi gradiremmo mangiare alimenti privi di qualsiasi residuo di glifosato o altri pesticidi.

E, sempre prendendo come riferimento l’ultimo test effettuato, vi sono marche che sono riuscite effettivamente a tenere questo erbicida fuori dalla pasta, dunque è possibile farlo. Leggi anche: Pasta senza glifosato, questa è la migliore marca italiana (secondo il test svizzero)

I livelli considerati sicuri e innocui, tra l’altro, come avvenuto nel caso di altre sostanze (il bisfenolo, ad esempio) a volte vengono ridiscussi e rivisti dalla comunità scientifica. Leggi anche: BPA: l’Efsa sta valutando di ridurre di 100 volte la soglia di sicurezza giornaliera del Bisfenolo A

C’è già uno studio italiano che sostiene che l’esposizione al glifosato non sia sicura, anche se entro i limiti di legge. Leggi anche: Il glifosato fa male anche sotto alla soglia consentita. Lo studio italiano

Consideriamo poi che – ce lo auguriamo vivamente – il glifosato potrebbe essere bandito dall’Europa già a dicembre 2022 (quando scade la licenza di utilizzo). In quel caso – con un certo margine di tempo per far adeguare i produttori – si presume che non si dovrà più trovare neppure in tracce né nella pasta né altrove.

Pensiamo anche a quanto accaduto al biossido di titanio, fino a poco tempo fa considerato sicuro e utilizzato come additivo alimentare e ora bandito dall’Ue. Leggi anche: Biossido di titanio addio! L’UE vieta ufficialmente l’additivo E171 da dolci, salse e integratori: è genotossico!

L’effetto cocktail

C’è poi un altro discorso fondamentale da considerare: l’effetto cocktail. Il glifosato non è certo l’unico contaminante che si può trovare nella pasta o in altri alimenti che consumiamo ogni giorno (vedi ad esempio la sporca dozzina contenuta in frutta e verdura).

I test di cui vi parliamo quasi quotidianamente mostrano la presenza di piccole tracce di pesticidi, micotossine, oli minerali e altre sostanze potenzialmente pericolose in molti alimenti, e a volte anche in contemporanea.

Tutte sostanze in livelli a norma di legge, tutte a piccolissime dosi. Ma chi ci dice che queste dosi, unite insieme e assunte quotidianamente attraverso i diversi alimenti (tra cui la pasta) non abbiano effetti sul nostro organismo?

Anzi, c’è chi già sostiene che l’effetto cocktail sia molto pericoloso. Leggi anche: Effetto cocktail: pesticidi miscelati tra loro dannosi per la salute, anche quando dichiarati a ‘livelli sicuri’. Il nuovo studio

In conclusione dunque, le infinitesimali tracce di glifosato nella pasta possono non essere un problema di per sé, ma lo sono nel momento in cui siamo “circondati” da residui di sostanze di ogni genere che assumiamo con il cibo (ma anche respiriamo camminando per strada o nelle nostre case, leggi anche: Respiriamo PFAS ogni giorno: contaminano anche l’aria di casa, uffici e aule scolastiche. Lo studio).

Vogliamo e dobbiamo continuare a parlarne nella speranza di riuscire a produrre cibo più sano e disponibile per tutti.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Leggi anche:

Loading

Lascia un commento