Guinea, Sow (GuineeCheck): “Combatto le fake news per la democrazia”

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Sally Bilaly Sow è giornalista, blogger e attivista locale. L'agenzia Dire lo ha raggiunto a pochi giorni dalle presidenziali di domenica

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ROMA – “In Guinea c’è un’epidemia di cattiva informazione che fa male sia alla libertà d’espressione che alla stabilità del Paese“: a dare l’allarme è Sally Bilaly Sow, giornalista, blogger e attivista locale. L’agenzia Dire lo ha raggiunto a pochi giorni dalle presidenziali di domenica che sono state precedute da violenze tra sostenitori di opposte fazioni. A dividere è anche la scelta del presidente uscente Alpha Condé – 82 anni, da dieci al potere – che si è ricandidato grazie a un emendamento costituzionale approvato a marzo attirandosi l’accusa di aver modificato la carta fondamentale a proprio vantaggio. Una scelta contestata, che ha innescato iniziative di protesta, nelle strade e sul web.

“Tanti contenuti che circolano in rete sono falsi e a diffonderli sono soprattutto gli oppositori dell’esecutivo” riferisce Sow, da giugno animatore insieme con altri colleghi dell’osservatorio di notizie online GuineeCheck. Il progetto ha goduto per i primi quattro mesi di un finanziamento dell’Agenzia francese per la cooperazione allo sviluppo (Afd), nell’ambito di un intervento volto a scongiurare la disinformazione sulla pandemia di Covid-19 in Africa.

“Ora – assicura il giornalista – abbiamo deciso di continuare perché ci siamo resi conto che anche in Guinea il proliferare delle fake news è un problema serio“. Sow, che da dieci anni scrive per testate locali e internazionali, sottolinea che “modificare la realtà non aiuterà i cittadini a scegliere con consapevolezza chi votare domenica”. La tesi del giornalista è che troppe informazioni distorte, gonfiate o falsate “rischiano di autorizzare il governo a compiere un’ulteriore stretta alla libertà di espressione”. Che in Guinea già non gode di ottima salute: secondo Reporters sans frontieres, che stila una classifica annuale sulla libertà dei media in 180 Paesi, la Guinea si colloca solo al 110° posto. L’esecutivo è stato accusato di “attacchi” e “arresti arbitrari” di cronisti o cittadini che lo avevano criticato. A Conakry poi, avverte il giornalista, “manca una legge che consenta l’accesso alle informazioni pubbliche”. Secondo Sow, se da un lato i sostenitori di Condé cercano di “edulcorare la realtà” per dimostrare che il presidente ha lavorato bene, dall’altro “i suoi detrattori esagerano nell’errore opposto”. Starebbe allora ai cronisti “fare molto più fact-checking, perché i cittadini hanno bisogno di informazioni corrette e di qualità”. Soprattutto in vista dei prossimi exit poll, avverte Sow: “In questi giorni circola una tale quantità di bufale che è logico pensare che ce ne saranno anche subito dopo il voto. Mi preoccupano possibili tensioni”.

Poi, un cenno all’esito delle presidenziali. “I cittadini hanno due possibilità” dice il cronista: “Preferire l’alternanza, votando per un volto nuovo che cerchi di rispondere ai reali problemi del Paese, oppure optare per la continuità, mantenendo l’attuale sistema di potere”. L’ultima battuta è proprio su Condé. “Molti che nel 2010 erano giovani come me lo hanno votato perché mai avrebbero immaginato di ritrovarsi con livelli simili di povertà e corruzione. Il lavoro che svolgiamo con GuineeCheck, oggi, ci dà la speranza di poter migliorare le cose“.

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