I borghi e paesini della Svizzera da non perdere

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La Svizzera vanta un’incredibile quantità di suggestivi paesini fatati, ciascuno dei quali con un patrimonio storico e architettonico tutto da scoprire, che ben testimonia la storia e le diverse temperie culturali che caratterizzano la moderna confederazione Elvetica. Un viaggio attraverso i borghi e la natura incontaminata della Svizzera non può prescindere dal suddividere il suo territorio nelle 4 regioni culturali (compreso il cantone dei Grigioni), e linguistiche, di riferimento che hanno portato alla nascita di questa piccola nazione “fatta di nazioni”. Vediamo quali sono i borghi più belli di ciascuna regione: Italiana, Tedesca e Francese.

I borghi della Svizzera Italiana

I borghi e paesini della Svizzera Italiana sono vicini e comodi da raggiungere dal Nord d’Italia, anche per una gita in giornata. Ecco quali sono i borghi da non perdere.

Ascona

Sulle rive del lago Maggiore, Ascona è un borgo dalle origini antichissime, che nel Medioevo fu importante sede di mercato. Da segnalare la chiesa parrocchiale cattolica dei Santissimi Pietro e Paolo, attestata sin dal 1264, con affreschi risalenti alla seconda metà del Settecento di Pietro Francesco Pancaldi detto Mola e la pala con l’Incoronazione della Vergine opera di Giovanni Serodine (1599-1630); la chiesa di Santa Maria della Misericordia (1399-1422) con pregevoli affreschi originali del XV secolo e il pregevole polittico rinascimentale di Antonio Lagaia del 1519. Nei pressi della chiesa da non perdere la seicentesca casa Serodine e l’elegante chiostro rinascimentale del cinquecentesco collegio intitolato al nobile asconese Bartolomeo Papio (1526-1580) per volere del cardinale Carlo Borromeo;

Cabbio-Muggio

Le località che compongono il borgo sparso di Cabbio-Muggio, comprese le vicine frazioni di Gaggio e Uggine, condividono storia e destino. Il toponimo Cabio compare per la prima volta nel 1188 tra i possedimenti della cattedrale di Como qui nella valle di Muggio. A Cabbio da non perdere la chiesa dell’Ascensione, detta anche di San Salvatore, attestata per la prima volta nel 1554, con i decori a stucco di Domenico Fontana e gli affreschi di Domenico Pozzi raffiguranti le storie della Passione di Gesù e del Battista. Nei locali della suggestiva e seicentesca casa Cantoni è ospitato oggi il museo Etnografico della valle di Muggio. Il borgo che da il nome alla valle prende il proprio nome dal termine dialettale mücc (mucchio), che ben descrive la particolare conformazione del suo abitato, con le case ammassate le une alle altre. Religiosamente legata a Cabbio fino al XIX secolo, il borgo conserva la parrocchiale di San Lorenzo, attestata per la prima volta nel 1578 e più volte restaurata;

Morcote

Affacciato sul lago Ceresio, Morcote è un piccolo gioiello medievale molto noto per la sua bellezza ed eleganza, che le è valsa il soprannome di perla del Ceresio. Pare che il toponimo Murcau, attestato per la prima volta nel 926 d.C. derivi in realtà dai termini prelatini mora (monte, roccia) e caput (testa, fine). Fino al 1847 Morcote è stato il maggior porto del lago Ceresio, con una fiorente economia basata sul commercio via chiatte e zattere, attestata già in epoca medievale, quando il borgo godeva di numerosi privilegi, tra i quali quello di eleggere il proprio podestà e di amministrare in totale autonomia la giustizia. Lungo le caratteristiche viuzze del borgo si possono ammirare la bella chiesa parrocchiale cattolica di Santa Maria del Sasso (XIII secolo) l’oratorio tardo barocco di Sant’Antonio da Padova, di pianta ottagonale, con la cupola meravigliosamente affrescata, oppure godersi una piacevole passeggiata sul lungolago;

Poschiavo

Considerato la perla del Grigioni italiano, il borgo di Poschiavo è attestato per la prima volta nell’824. Per molti secoli il territorio della val Poschiavo fu aspramente conteso tra i vescovi di Coira e di Como, prima che gli abitanti si riunissero in un unico comune indipendente con le famose Tre Leghe Grigioni. Nel 1797 Napoleone Bonaparte spacca in due i territori delle Tre Leghe, da una parte la val Poschiavo dall’altra la Valtellina, mettendo così in ginocchio l’economia locale. Soltanto nel 1803, con un atto di Mediazione, la val Poschiavo entra definitivamente a far parte del canton Grigioni e quindi della confederazione Elvetica. Camminare per le stradine medievali di Poschiavo permette di fare un salto indietro nel tempo, all’epoca in cui gli orgogliosi abitanti combatterono per la propria indipendenza culturale e territoriale. Dal borgo passa anche il celebre trenino rosso del Bernina, oggi patrimonio dell’umanità Unesco. Meritano una visita la chiesa collegiata di San Vittore Mauro (XII secolo) con il bel campanile romanico perfettamente conservato, l’adiacente oratorio barocco di Sant’Anna, il palazzo comunale con l’antica torre difensiva quattrocentesca chiamata dagli abitanti semplicemente la Tor e infine la suggestiva via d’i Palazz, un unicum architettonico che comprende le splendide case costruite dagli emigrati che fecero fortuna in tutta Europa;

Soglio

Questo minuscolo borgo montano si presenta come un nido d’uccello fatto di case di pietra ammassate le une alle altre a circa mille metri d’altitudine sul versante est della val Bregaglia. Alcune abitazioni in pietra di Soglio, i palazzi della famiglia von Salis, risalgono addirittura al XIV secolo, mentre casa Mezzo e casa Battista sono state costruite alla fine del Seicento. Oltre a godere di un eccezionale microclima da qui partono una serie di affascinanti sentieri che permettono di raggiungere le zone di pascolo, i maggesi, intorno al borgo. Merita una visita anche la chiesa riformata di San Lorenzo, di epoca barocca che però conserva le finestre originali di epoca romanica.

I borghi della Svizzera Tedesca

Incastonati tra le montagne o in cima a colline, i borghi della Svizzera Tedesca sono tutti da scoprire: ecco quali sono i migliori per organizzare un fine settimana diverso dal solito.

Aarburg

Attestato per la prima volta nel 1123, il castello fortificato dei conti di Frohburg domina ancora il nucleo più antico del borgo, adagiato sulle rive del fiume Aare. Ad arricchire il profilo inconfondibile del borgo, tra il castello e il livello del fume sorge la bella chiesa evangelica, ricostruita nell’Ottocento, con i due campanili gemelli ai lati di una candida facciata. Nel 1840 il borgo ha subito un devastante incendio, in seguito al quale venne fedelmente ricostruito. Cuore del borgo è rappresentato dalla piazza triangolare dell’Orso dove si affacciano ancora alcune case di epoca medievale sopravvissute all’incendio;

Büren an der Aare

Sulle rive dello stesso fiume sorge il singolare borgo medievale di Büren, il cui nucleo antico è compreso ancora oggi tra due stretti vicoli profondamente diversi. Uno infatti presenta l’antica pavimentazione medievale, l’altro invece assomiglia più alla stradina rurale che conduce a una fattoria. Meritano una visita il castello dei Balivi (ex ufficiali giudiziari), le due belle fontane cittadine, il museo locale Spittel e l’imponente ponte di legno sul fiume Aare, tappa fondamentale della suggestiva passeggiata che si può effettuare lungo il fiume;

Eglisau

Sviluppatasi in epoche diverse (XI secolo la riva destra, XIII secolo quella sinistra) su entrambe le sponde del Reno, fin dal Medioevo Eglisau ha rappresentato un importante transito commerciale per chiunque fosse intenzionato ad attraversare il fiume. L’impianto urbanistico si basa su due lunghe e antiche strade, la Untergasse e la Obergasse, sulle quali gli edifici conservano ancora oggi elementi rinascimentali e barocchi. Da non perdere la settecentesca chiesa evangelica all’interno della quale sono conservati gli affreschi tardogotici del coro (1490 circa) attribuiti a Hans Fischer e Hans Ott;

Erlach

Fondato verso la fine dell’XI secolo sulle sponde del lago di Bienne per volere del vescovo di Basilea Burkhard von Fenis (1072-1105), che qui fece erigere l’omonimo castello, uno dei più antichi del canton Berna dove ancora oggi si può ammirare la splendida sala dei Cavalieri con i suoi pilastri tardo-romanici finemente scolpiti. Da segnalare inoltre la chiesa riformata di Sunkort risalente al XV secolo e la suggestiva isola di San Pietro, compresa all’interno del territorio comunale;

Splügen

Il piccolo borgo conta poco più di 400 abitanti e prende il nome dal passo dello Spluga, il valico alpino che qui, a 1458 m d’altitudine, incrocia la strada di valico del San Bernardino. Attestato per la prima volta nell’840, fu in origine abitato da coloni di lingua romancia provenienti dalla regione dello Schams e in seguito dai Walser, il borgo divenne ben presto una stazione di posta commerciale di grande importanza, tanto intorno alla metà del Quattrocento qui si teneva una grande fiera annuale e un mercato settimanale. Con l’apertura della galleria autostradale del San Bernardino (1967), Splügen è diventata anche una nota meta turistica invernale. Da non perdere le imponenti rovine del castello Splügen, a circa un km dal borgo, risalente all’XI secolo, le tradizionali case Walser e la seicentesca chiesa parrocchiale.

I borghi della Svizzera Francese

Ultimi, ma non per importanza o bellezza, anche i borghi della Svizzera Francese. Scopri questi paesini dalle atmosfere uniche e dal ricco patrimonio culturale e gastronomico.

Avenches

In epoca romana, intorno al 71 d.C., Aventicum rappresentava la principale colonia dell’Elvezia romana. Conobbe un periodo di grande fortuna per oltre due secoli, prima di divenire sede vescovile tra il IV e il VI secolo d.C. L’abitato fu in seguito fortificato e dotato di una massiccia cinta muraria intorno all’anno Mille con 4 porte e ben 75 torri. Un’importante campagna di scavi archeologici ha permesso di riportare alla luce il cuore romano del borgo con le terme, il campidoglio, il teatro meglio conservato di tutta la Svizzera e il suggestivo tempio della Cicogna. I reperti migliori sono conservati nell’interessante museo Romano. L’antico abitato medievale, ampliato a partire dalla metà del Cinquecento quando Avenches passa sotto il controllo dei balivi bernesi, conserva inoltre il castello rinascimentale e numerosi palazzi e chiese dell’epoca sulla suggestiva e centralissima Grand-Rue, tra i quali la chiesa evangelica di Santa Maria Maddalena (XI secolo) che incorpora elementi romanici, gotici e barocchi e materiale di recupero di epoca romana, specie nella facciata. Lungo le viuzze del borgo si incontrano poi la torre poligonale di Montauban, unico elemento superstite di una casa quattrocentesca, e altre abitazioni in stile gotico;

Evolène

Questo suggestivo borgo perfettamente conservato con le sue antiche case in legno, cotto, pietra e con le facciate pregevolmente affrescate è il centro più importante della val d’Hérens e deve il suo nome, che in dialetto significa “acqua facile”, al ruscello che sgorga nei pressi dell’abitato. Da segnalare la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista della metà del Quattrocento. A circa 10 km dal borgo è possibile ammirare le particolari conformazioni rocciose alte dai 10 ai 15 m universalmente note come le piramidi di Euseigne, cappelli di pietra che proteggono il materiale morenico sottostante che presto o tardi scompariranno a causa del costante processo di erosione al quale sono sottoposte;

Grandson

Il borgo medievale di Grandson un tempo si sviluppava intorno al castello dei signori di Grandson, al quale l’abitato deve sia il nome che tutta la sua storia, una potente famiglia della Svizzera francese la cui importanza si consolidò tra il X e il XIV secolo. Nel 1466 un incendio distrusse il borgo originario, in seguito ricostruito. Attestato per la prima volta nel 1050 e completato nelle forme attuali intorno al XIII secolo, il castello di Grandson è uno dei più grandi di tutta la Svizzera. All’interno gli ambienti perfettamente conservati valgono sicuramente una visita. La cappella palatina seicentesca custodisce una pala d’altare di Jan Metsys, mentre la sala dei Cavalieri conserva ancora oggi gli stalli originali risalenti al 1620. Nel centro storico del borgo fanno inoltre bella mostra di sé la chiesa evangelica attestata già a partire dall’XI secolo e la casa del Balivo, edificio settecentesco la cui facciata, preceduta da un’elegante scalinata, culmina con un pregevole balcone in ferro battuto;

Gruyères

Come Grandson, anche il borgo medievale di Gruyères deve gran parte della sua storia e del suo splendore ai conti, vassalli dei Savoia, da cui prende il nome, che conservarono il dominio su queste terre dall’XI secolo fino alla metà del Cinquecento. L’abitato medievale si sviluppa ai piedi del castello a partire dal XIII secolo. Da segnalare all’interno del maniero la bella cappella intitolata a San Giovanni Battista che conserva ancora oggi le pregevoli vetrate quattrocentesche, la sala dei Cavalieri e la salle de Bourgogne con gli originali paesaggi affrescati da J.B. Corot e B. Menn. Sulle case in pietra dell’abitato di Gruyères, alcune delle quali risalenti al XV, XVI e XVII secolo, spicca inoltre il campanile seicentesco della trecentesca chiesa di San Teodulo. Da non perdere inoltre la casa detta del Chalamala, il buffone di corte del conte di Gruyères, e l’ex certosa di la Part-Dieu fondata nel 1307;

Rougemont

Il piccolo borgo di Rougemont sorge a quasi 1000 m d’altitudine con il suo perfetto incanto di chalet di legno finemente decorati, alcuni dei quali hanno più di 400 anni, con incisioni, dipinti e iscrizioni d’ispirazione popolare. Le abitazioni si sviluppano intorno alla chiesa romanica fondata dai monaci di Cluny nel 1080 e al castello seicentesco che costituiscono le due principali emergenze architettoniche del borgo. Da non perdere il fienile seicentesco con la sua complicatissima serratura che si trova proprio di fronte all’auberge du Cheval Blanc;

Saint-Ursanne

La piccola frazione del comune di Clos du Doubs è un meraviglioso borgo medievale risalente al Duecento perfettamente conservato, che si caratterizza per la sua schiera di case antiche disposte in fila lungo il corso del fiume Doubs. Le case presero il posto delle mura fortificate in seguito a un devastante incendio avvenuto nel 1403. Tre porte, costruite tra il XVI e il XVII secolo, delimitano ancora oggi l’ingresso al cuore antico del borgo: porte Saint-Pierre (est), porte Saint-Paul o di Porrentruy (ovest) e porte Saint-Jean (sud) dalla quale parte l’omonimo e scenografico ponte sul Doubs. Meritano una segnalazione la collegiata romanica con il campanile della metà del Quattrocento che insiste su una pittoresca piazza, l’abbazia di Sant’Ursicino risalente al VII secolo d.C. dalla quale forse il borgo prende il nome e il Municipio ricostruito all’inizio dell’Ottocento impreziosito al piano terra dall’elegante porticato originario eretto in stile gotico.

Da Si Viaggia

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