I ricercatori creano glitter biodegradabili e vegetali per ridurre l’inquinamento da plastica

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Ogni anno solo l’Europa produce circa 5.500 tonnellate di microplastiche – ecco perché gli scienziati sono al lavoro per trovare un’alternativa più sostenibile all’uso di questo materiale

Il Natale si sta avvicinando e, con esso, tutte le decorazioni sfavillanti che presto addobberanno i nostri appartamenti e le vetrine dei negozi. Il luccichio che il Natale porta con sé si traduce, purtroppo, in una enorme quantità di microplastiche che finiscono disperse nell’ambiente, aumentando i livelli di inquinamento. Per provare a inquinare di meno, senza tuttavia rinunciare al glitter delle feste, i ricercatori dell’Università di Cambridge hanno messo a punto dei brillantini sostenibili, non tossici, biodegradabili e vegani che hanno lo stesso scintillio degli originali in plastica – con il beneficio aggiunto che le loro tinte accese non si deteriorano nel tempo.

I brillantini sono prodotti a partire da nanocristalli in cellulosa, che alterano la luce in modo da creare colori vividi attraverso un processo chiamato “colore strutturale” (questo stesso fenomeno produce alcuni dei colori più brillanti presenti in natura, come quelli dei fiori, dei frutti o delle ali delle farfalle, che non si spengono neppure dopo decenni). I ricercatori sono convinti che queste particelle scintillanti potranno sostituire i brillantini in plastica oggi ampiamente utilizzati in tutti i campi – dall’home decor ai giocattoli alla cosmetica – eliminando ogni anno tonnellate di microplastiche dall’ambiente.

I brillantini convenzionali, usati nella nostra quotidianità, non sono prodotti in modo sostenibile – spiega la professoressa Silvia Vignolini, autrice dello studio. – Finiscono nel suolo e negli oceani, e contribuiscono ad aumentare i livelli di inquinamento. I consumatori dovrebbero capire che, se da un lato i brillantini sono piacevoli e divertenti, dall’altro rappresentano un danno ambientale enorme. Riteniamo che la nostra invenzione possa rivoluzionare l’industria cosmetica offrendo un pigmento sostenibile, vegano e soprattutto degradabile nell’ambiente senza conseguenze: oltre ai brillantini, infatti, questa tecnologia potrebbe sostituire le particelle di plastica e i pigmenti metallizzati presenti spesso nel mondo dei cosmetici.

Utilizzando un sistema di rulli simili a quelli usati per produrre carta dalla cellulosa del legno, i ricercatori sono stati in grado di produrre ampi fogli scintillanti, che possono essere poi ridotti in frammenti a formare brillantini ecosostenibili. Lo studio ha dimostrato che l’intero processo di produzione dei brillantini richiede molta meno energia rispetto ai metodi di produzione convenzionali. Tutto fa ben sperare a che questi bio-glitter possano, nel giro dei prossimi anni, entrare a far parte delle nostre vite, sostituendo quelli in plastica inquinante.

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Fonti: Nature Materials / University of Cambridge

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