Il 1 maggio al tempo del coronavirus: nel mondo 1,6 miliardi di persone rischiano di perdere il lavoro

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Secondo le stime dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), la metà della forza lavoro informale del pianeta rischia la propria occupazione Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – La meta’ dei lavoratori del mondo rischia di perdere la propria occupazione a causa degli effetti della pandemia di Covid-19. A dare l’allarme e’ l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo).

L’agenzia delle Nazioni Unite sostiene che a essere colpiti dalla crisi saranno ben 1,6 miliardi di persone impiegate nell’economia informale, pari alla meta’ dei lavoratori nel mondo.

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Ogni Paese ha la sua quota di lavoratori “in nero”, o che svolgono lavori “alla giornata”. Un fenomeno che riguarda pero’ maggiormente i Paesi in via di sviluppo, dove le economie sono poco diversificate, il livello di istruzione e’ mediamente piu’ basso e il tasso di disoccupazione piu’ alto. Si parla dei piccoli commercianti di strada, degli autisti, delle guide improvvisate.

Ci sono poi i lavoratori edili, i braccianti nelle aziende agricole, gli aiuti domestici, gli operai nelle fabbriche. Tutte figure fondamentali ma spesso precarie e a cui non vengono riconosciuti diritti e tutele.

Guy Ryder, direttore generale dell’Ilo, ha denunciato: “Per milioni di lavoratori nessun reddito significa niente cibo, nessuna sicurezza e nessun futuro. Milioni di attivita’ commerciali in tutto il mondo riescono a malapena a sopravvivere”.

Questo accade perche’ spesso “non hanno risparmi ne’ accesso al credito”. Secondo Ryder, “questi sono i veri volti del mondo del lavoro” e “se non li aiutiamo ora semplicemente moriranno”.

La pandemia non solo colpisce i lavoratori, autonomi o dipendenti, ma anche le imprese, che rischiano di chiudere, con conseguenti licenziamenti che vanno ad ingrossare le file dei disoccupati.

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