Il dpcm non paralizza la montagna: rifugi aperti e ok a trekking, ma i cori degli alpini sono vietati

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Le attività in montagna possono proseguire, ma a determinate condizioni. Sospesi invece tutti gli eventi e spettacoli pubblici (comprese le prove dei cori del Cai)

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BOLOGNA – Il nuovo dpcm anti-Covid ha fermato molti, ma non del tutto la montagna: là qualcosa si può ancora fare. E così il Cai e i suoi soci godono ancora di una certa ‘libertà di movimento’. “Le limitazioni del provvedimento non impediscono il protrarsi delle attività in montagna, sia pure a determinate condizioni”, manda a dire il Cai, il Club alpino italiano.

Tuttavia, “la consapevolezza di quanto sia delicato il momento attuale deve indurre ciascuno di noi alla massima prudenza e al costante rispetto di sé e degli altri, accettando limitazioni che comunque non impediscono il protrarsi delle attività in montagna, sia pure a determinate condizioni”, specificano il presidente generale del Club alpino italiano, Vincenzo Torti, e il direttore, Andreina Maggiore.

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Ma quindi cosa si può continuare a fare? “La raccomandazione di non spostarsi non è riferita alle attività motorie che vengono svolte all’aperto (il trekking, cioè l’escursionismo è richiamato nella circolare del ministero dell’Interno del 27 ottobre 2020). Di conseguenza- è la risposta- le attività in montagna dei soci e delle Sezioni Cai si possono svolgere, solo con il più fermo rispetto dell’utilizzo dei dispositivi di protezione, del distanziamento e con il divieto di assembramento“. Sono poi sospese le attività all’interno delle sezioni Cai, ma questo non riguarda il potervi accedere e la gestione delle segreterie per attività come il tesseramento. I rifugi e le strutture ricettive “possono protrarre l’attività”, ovviamente rispettando il distanziamento sociale, interpersonale e le linee guida regionali relative all’accesso, all’utilizzo degli spazi comuni e alla somministrazione di cibi, bevande e alla ristorazione.

Le attività delle scuole e dei corsi del Cai proseguono con la didattica teorica a distanza, mentre quella in ambiente esterno va svolta “nel totale rispetto delle regole sanitarie e del divieto di assembramento”. Le sezioni Cai non possono organizzare spettacoli aperti al pubblico, in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto. E questo riguarda in particolare i cori Cai, che dovranno astenersi anche dalle attività di prova. Le riunioni di direttivo o delle commissioni possono essere svolte solo online.

“Fin dall’inizio della pandemia, il Club alpino italiano ha adottato il criterio dell’attenzione, della rinuncia e del senso di responsabilità e invita a proseguire su questa strada, con l’auspicio che il rispetto delle misure di contenimento del virus possano al più presto dare buoni risultati”, concludono Torti e Maggiore.

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