Il giudice Frasca visita sede Ordine dei giornalisti Sicilia, presidio di legalità
Tempo di Lettura: 2 minutiPALERMO (ITALPRESS) – Il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, è stato ricevuto in visita nella sede dell’Ordine dei giornalisti Sicilia, in via Bernini, a Palermo. Un luogo simbolo del contrasto alla mafia e alla criminalità, “diventato un presidio di legalità, assegnato ai giornalisti siciliani nel 2010”, ha detto Roberto Gueli, presidente dell’Ordine […]
PALERMO (ITALPRESS) – Il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, è stato ricevuto in visita nella sede dell’Ordine dei giornalisti Sicilia, in via Bernini, a Palermo. Un luogo simbolo del contrasto alla mafia e alla criminalità, “diventato un presidio di legalità, assegnato ai giornalisti siciliani nel 2010”, ha detto Roberto Gueli, presidente dell’Ordine dei giornalisti Sicilia. Nelle ultime settimane l’Ordine ha “aperto le proprie porte” e ricevuto il presidente Frasca, dopo le visite del prefetto Mariani, del questore Calvino, del presidente del Tribunale Morosini. “Iniziative che vanno nel solco di un dialogo che abbiamo avviato e vogliamo proseguire con i rappresentanti della società civile e delle istituzioni”, ha sottolineato Gueli.
Il presidente Frasca è stato ricevuto da una delegazione dell’Ordine costituita – oltre che dal presidente – dal vicepresidente Salvatore Li Castri, dal consigliere Franco Nicastro, dal presidente del Collegio dei Revisori dei conti Vittorio Corradino, dai componenti del Collegio dei Revisori dei conti Salvatore Messina e Roberto Immesi.
Il presidente Frasca, durante la sua visita in via Bernini, ha visionato le mostre “Il giornalismo che non muore” e “Testimoni di verità”, curate da Franco Nicastro, e riflettuto sull’importanza della memoria: “E’ importante conoscere. Spesso, soprattutto i giovani, sanno poco dei giornalisti uccisi dalla mafia. Non si conosce chi è Mauro De Mauro, si sa poco di Mario Francese. Forse si conosce di più la figura di Peppino Impastato, solo per qualche polemica che emerge di tanto in tanto. Ma conoscere significa riflettere. Da questo punto di vista abbiamo tutti delle responsabilità, istituzioni e ordini professionali. Se ci sono dei problemi vanno affrontati, perchè il rischio è quello di un danno collettivo a livello sociale”.
In merito alle iniziative intraprese per diffondere i messaggi delle mostre e valorizzare la memoria dei giornalisti uccisi dalla mafia, Roberto Gueli ha annunciato che “i contenuti saranno presto tradotti in inglese, e porremo sui pannelli i QR code per rendere la mostra interattiva”.
– foto ufficio stampa Ordine dei giornalisti Sicilia –
(ITALPRESS).